giovedì 26 maggio 2011

Cinguetta e naviga. La politica scopre il web

[Terra 26/05/2011]

«Parte da noi», recita il claim della campagna di Obama per le presidenziali 2012. Di sicuro effetto perché parla alle persone, potenziali diffusori nel bene e nel male – ed a volte inconsapevoli – delle idee del candidato grazie ai social. La comunicazione politica sul web è nata, di fatto, con le elezioni americane del 2008. Barack Obama è divenuto presidente degli Stati Uniti per merito (anche) di un personal branding costruito attraverso i principali social network. In Italia non esiste uno staff di 100 persone (come quello di Obama) addette esclusivamente a condurre una campagna tramite social, però i politici di casa nostra, soprattutto in queste ultime elezioni – non ancora concluse – ha scoperto il web 2.0. La pagina Facebook di Nichi Vendola, aggiornata al 20 maggio, conta 448.615 fan. Dal 13 al 20 maggio, il candidato a sindaco di Milano, Giuliano Pisapia ha avuto un incremento su Facebook di 1915 fan al giorno, più o meno uno ogni 45 secondi, seguito – com’è immaginabile – da Luigi De Magistris con 1526 fan al giorno per un totale di incremento di 10684, dato aggiornato al 20 maggio (baroncelli.eu/politici_italiani/ ). Il movimento a 5 stelle è più evoluto in rete perché da lì trae la sua forza, solo la pagina di Mattia Calice su Facebook – candidato 20enne per Milano - raccoglie oltre 6000 fans.

Secondo l’osservatorio Vox Politica (facebook.com/VoxPolitica), sulle attività di comunicazione on line dei candidati alle Amministrative 2011, la presenza sul web dei politici rispetto alla tornata elettorale del 2009 è cresciuta: l’88% dei candidati tiene d’occhio i social network con un incremento di 21 punti percentuali rispetto alla rilevazione 2009. Il 79% dei candidati di centro-sinistra a tutt’oggi usa Facebook contro il 75% dei candidati di centro-destra. Geograficamente parlando, poi, il sud – presumibilmente indietro, e ad errore, rispetto al resto d’Italia – ha fatto registrare un ben 71% di presenza on line dei suoi candidati, arrivando ad essere più “diligentemente social” rispetto ai colleghi del nord. Anche Twitter, il social più “sconosciuto” nel 2009 (solo 2%) si è diffuso nell’ultimo anno: un candidato (e mezzo) su cinque cinguetta, soprattutto se è di centro-sinistra (29%), mentre solo il 17% è di centro-destra. Non bastano però i numeri a definire un fenomeno né, tanto meno, a dare la “cifra” reale della partecipazione dei politici ai social. Molti di loro (quelli eletti alla carica di sindaco), sempre secondo Vox Politica, non hanno più aggiornato le loro pagine Facebook dal giorno delle elezioni, interrompendo così il presunto dialogo con i cittadini/elettori.

In realtà, però, ed è questo il dato più interessante, gli account dei politici stanno subendo un vero e proprio assalto da parte degli altri utenti. In altre parole, i candidati possono comodamente astenersi dal pubblicare post perché ci pensano gli altri contatti, anche quelli non “amici”. In questo senso, dilagano in queste ore – soprattutto su Twitter – le “quotes”, ovvero le citazioni, il più delle volte fakes, inventate dagli utenti ma ispirate da una dichiarazione vera, di alcuni candidati a danno di altri. Indimenticabili quelle di Letizia Moratti contro Giuliano Pisapia, il quale ne guadagna abbondantemente: Pisapia attacca le gomme da masticare sotto i banchi, sedie e sedili dei mezzi pubblici! O ancora: Pisapia, diventato nuovo capo di Al Qaeda, vuole fare di Milano la base del terrorismo islamico. La comunicazione sui social la stanno facendo realmente gli utenti/cittadini/elettori: in altre parole la campagna la stanno costruendo loro, con i rischi che tutto ciò può comportare per un candidato.

Chiara Organtini

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