mercoledì 21 marzo 2012

Cellulari, tablet e applicazioni trainano la crescita del digitale

[Il Sole24Ore 21/03/2012]
Cellulari e tablet superstar. Se nel complesso il mercato dei media continua a calare, il «nuovo internet» fatto di smartphone, app, social network e tv «connesse» fa intravedere un nuovo possibile modello di sviluppo. E in un periodo di recessione cronica anche per l'editoria è questa la speranza che arriva dalla ricerca presentata dell'Osservatorio New media & new internet della School of management del Politecnico di Milano.
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mercoledì 14 marzo 2012

Iperconnessi ma anche fragili Chi vince nel nuovo mondo?

[La Repubblica 13/03/2012]
GIOVANI e adolescenti cresciuti con la presenza costante di Internet sono capaci di dedicare la propria attenzione a molte cose contemporaneamente. La rete è per loro una protesi cognitiva e la consuetudine al suo utilizzo fa in modo che imparino ad affrontare il mondo e i suoi problemi in maniera diversa dai genitori e dagli adulti. Una ricerca della Elon University 1 e del Pew Internet Project 2 sostiene che gli effetti dell'esposizione costante alle informazioni in rete influenza grandemente gli stili di vita dei giovani. In maniera positiva, almeno per ora.
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Didattica online il futuro della scuola italiana si chiama "eTwinning"

[AlternativaSostenibile.it 13/03/2012]
eTwinning è una piattaforma online che fornisce un servizio gratuito a tutti gli insegnanti di scuole pubbliche e parificate dei paesi membri (oltre a Croazia, Turchia, Islanda, Norvegia e Svizzera) per permettere loro di allargare i propri orizzonti didattici attraverso l'attivazione di progetti di partnership con colleghi di altri stati a cui far partecipare le proprie classi. L'obiettivo, oltre all'innovazione nelle pratiche di insegnamento, è quello di sviluppare un sentimento di coesione e conoscenza nelle nuove generazioni, per la creazione di una vera e propria cittadinanza europea. "Trattando di tecnologia online ci è sembrato un passo naturale essere presenti anche sui principali social network - ha commentato il Capo Unità eTwinning Italia Donatella Nucci -. La volontà è quella di sensibilizzare i docenti, ma anche i giovani, sull'esistenza di nuove forme di partnership che garantiscono un approccio innovativo alla didattica, conferendo, da un lato, nuovi spunti alla loro professionalità e, dall'altro, un maggior coinvolgimento degli studenti, che possono apprendere divertendosi attraverso le nuove tecnologie ed il confronto con dei coetanei europei. A questo - conclude Nucci - si aggiunge una visibilità europea dell'attività svolta in classe, grazie a numerosi seminari organizzati in territorio nazionale e straniero e le premiazioni annuali dei migliori progetti".

L'azione coinvolge circa 90.000 scuole europee, con più di 160.000 progetti finora attivati. L'Italia è uno dei paesi più attivi con circa 6.000 istituti registrati, per un totale di oltre 8.000 progetti. A livello operativo eTwinning è gestito dal consorzio di Ministeri dell'educazione europei European Schoolnet, sotto diretto mandato della Commissione Europea. L'organizzazione si basa su una rete di Unità Nazionali presenti in ciascun paese e coordinate da Bruxelles. In Italia questa ha sede a Firenze, all'interno dell'ente Ansas, ex Indire, e più precisamente dell'Agenzia Italiana per il Lifelong Learning Programme (Programma di Apprendimento Permanente), il cui obiettivo è contribuire allo sviluppo dell'Europa quale società avanzata basata sulla conoscenza, riunendo al suo interno tutte le iniziative di cooperazione europea nell'ambito dell'istruzione e della formazione dal 2007 al 2013, periodo di durata dell'azione. Maggiori informazioni sul sito nazionale http://etwinning.indire.it o su quello europeo www.etwinning.net.

Tommaso Tautonico

Privacy: Garante, web e social network al centro dell'attivita' 2011

[Ansa 13/03/2012]
Internet e i social network; la trasparenza on line; gli smart phone e i sistemi di cloud computing; la tutela dei contribuenti nell'ambito delle misure antievasione; la sanita'; la tutela dei minori nel mondo dell'informazione; il telemarketing invasivo; i diritti dei consumatori; il rapporto di lavoro e la ricerca medico-scientifica. Sono stati questi alcuni dei principali campi di intervento del Garante per la protezione dei dati personali nel 2011, secondo quanto emerge dal volume ''Sette anni di protezione dati in Italia'' nella parte dedicata al bilancio del lavoro svolto nel suo ultimo anno di mandato dall'Autorita' Garante composta da Francesco Pizzetti, Giuseppe Chiaravalloti, Mauro Paissan e Giuseppe Fortunato.

Particolare importanza, si legge nel volume, ha rappresentato il lavoro svolto dall'Autorita' nel fornire, attraverso Linee guida, indicazioni per il corretto trattamento dei dati in delicati settori: in materia di trasparenza della Pubblica amministrazione con le Linee guida relative alla pubblicazione sul web di atti e documenti; sulla qualita' dei servizi sanitari pubblici e privati con le Linee guida per il trattamento dei dati a fini di customer satisfaction in ambito sanitario; su Internet, con le linee guida per blog, forum, social network e siti web che si occupano di salute.

E ancora: rilevante anche l'impegno nel dettare regole per la tutela dei clienti delle banche, con le prescrizioni che obbligano gli istituti a tracciare tutte le operazioni svolte; per la tutela degli abbonati telefonici a seguito dell'istituzione del Registro delle opposizioni, con l'attivita' prescrittiva e sanzionatoria nei confronti delle societa' di telemarketing; per l'uso di particolari sistemi tecnologici da parte delle imprese come la geolocalizzazione dei veicoli aziendali; per le garanzie da assicurare agli assistiti nelle prenotazioni e il ritiro delle analisi in farmacia.

Significativi anche gli interventi svolti per frenare fenomeni diffusi come quello delle telefonate ''mute'' da parte dei call center o contro i ''fax selvaggi'', o per regolare particolari aspetti relativi alla privacy sul posto di lavoro, come l'uso dei dati biometrici dei dipendenti.

L'autorita', infine, ricorda l'autorizzazione generale sull'uso dei dati genetici e l'autorizzazione sulla ricerca medico scientifica.

Sul fronte internazionale, l'attivita' del Garante affonda le radici in quella svolta nel Gruppo delle Autorita' per la privacy europee (''Gruppo Articolo 29''). I Garanti europei si sono occupati, in particolare, del nuovo Regolamento in materia di protezione dati presentato a fine gennaio dalla Commissione Europea che sostituira' la Direttiva del 1995 e della Direttiva che dovra' disciplinare il trattamento di dati per finalita' di giustizia e di polizia. Il Gruppo Art.

29 si e' occupato inoltre dei nuovi servizi di cloud computing; delle direttive del ''Pacchetto Telecom'' che introducono nuove regole relative anche all'uso dei cookies ed al tracciamento degli utenti; delle tecniche di profilazione legate alla ''pubblicita' comportamentale'' (behavioural advertising); dei trattamenti di dati in rapporto alla lotta al riciclaggio ed al finanziamento del terrorismo; di smart phone e geolocalizzazione degli utenti; di tecnologie Rfid.

Intenso il lavoro nell'ambito delle Autorita' di controllo Schengen, Europol, Eurodac e soprattutto nel WPPJ, il Gruppo di lavoro appositamente istituito dalle Autorita' garanti europee per la tutela dei cittadini nel settore della cooperazione giudiziaria e di polizia, che ha visto riconfermata per il quinto anno consecutivo la Presidenza al Garante italiano.

map/sam/ss

lunedì 5 marzo 2012

Gli italiani e la privacy online: accettate le regole del web marketing, temuti i social network

[Event report 05/03/2012]
Tracciabilità dei dati di navigazione e profilazione delle abitudini degli utenti usate a scopo di marketing non preoccupano più di tanto gli italiani, che hanno accettato i meccanismi del web: ciò che temono è invece la divulgazione di dati sensibili e personali sui social network.

È quanto emerge dalla ricerca Privacy & Permission Marketing Online 2011, promossa da MagNews, società specializzata in digital e direct marketing, su un campione di 1.018 utenti della Rete con lo scopo di analizzare la percezione che gli italiani hanno della tutela della privacy sul web. L’indagine è stata condotta dall’istituto di ricerca Human Highway, in una prima edizione nel 2009 e nuovamente quest’anno, così da attuare un confronto e identificare un trend.

Un primo dato da notare è che nell’arco di questi due anni il livello di preoccupazione generale relativo alla tutela della privacy non è aumentato, nonostante l'argomento sia stato maggiormente al centro dell'attenzione dei media e nonostante anche l'accresciuta consapevolezza degli utenti. Solo una persona su tre è molto preoccupata che della tracciabilità dei propri dati: un terzo del campione non è preoccupato e il restante terzo non si è nemmeno soffermato sulla questione.

Le percentuali cambiano quando si parla di social network, i più temuti: trovare proprie foto o video su Facebook è ciò che preoccupa ben il 53% degli intervistati, tanto che il 44,1% afferma che, a seguito di questo timore, ha modificato il proprio utilizzo di questo media. A seguire, fra gli utenti più esperti della Rete e più consapevoli, la preoccupazione riguarda l’utilizzo della carta di credito (44%) e la possibilità di essere geolocalizzati (34%).

In generale, dalla ricerca emerge che gli utenti italiani sembrano abbastanza informati sui principali strumenti di profilazione passiva del web marketing: il 58% sa cos'è un cookie e il 71% che cos'è un indirizzo IP; il 48% di chi è iscritto a una newsletter è consapevole che chi la invia può sapere chi la apre e chi clicca sui link contenuti, ma solo il 16% sa cos’è Google Dashboard (il servizio che raccoglie tutti i dati associati all'utilizzo degli strumenti Google da parte di un singolo account – posta, contatti, calendario, alert, blog, documenti ricerche...).

Gli utenti sembrano essere mediamente "rassegnati" ai meccanismi del web marketing. Il 42% è d’accordo o abbastanza d’accordo con l’affermazione che non c’è posto dove la privacy possa essere tutelata sul web: il 40% accetta il marketing comportamentale (cioè quello che opera con le tracce di navigazione che lasciamo sul web proponendoci pubblicità basata sui nostri comportamenti) come normale evoluzione della pubblicità in Rete, il 39% ne è infastidito e il restante 21% non lo teme, non se ne preoccupa o lo reputa addirittura un servizio a valore aggiunto.

Per quanto riguarda invece la profilazione attiva sul web, quando cioè si accetta di compilare un form, ciò che infastidisce maggiormente gli utenti sono le richieste relative al proprio reddito: il 49,5% non vuole comunicare la fascia di reddito e altrettanti l’entità del proprio patrimonio.

Considerando invece la normativa vigente sulla privacy, ben il 41% degli utenti campione non legge mai l’informativa per il rilascio dei dati personali; il 30% la legge solo parzialmente e solo il 13% la salva e la conserva. Questo anche perché c’è poca fiducia nella validità della normativa: il 40% se ne sente poco o per nulla tutelato e il 37% solo in parte tutelato.

Il report Privacy & Permission Marketing Online 2011 è allegato qui sotto.

Scarica: MagNews Privacy & Permission Marketing (1,5 MB

Consigli per 'navigare sicuri'

[Giornale RADIO Rai 02/03/2012] ROMA -Navigare in rete senza pericoli. Come? Grazie ad alcuni consigli pratici che possono aiutare adulti e ragazzi ad utilizzare in modo corretto e sicuro Internet. A lanciare la campagna sono ECPAT e FASTWEB: dal primo marzo tutti i clienti FASTWEB riceveranno consigli utili e informazioni allegati alla fattura. I suggerimenti saranno consultabili anche dal sito di ECPAT, che dal 1990 combatte tutte le forme di mercificazione del sesso con bambini, tra cui la pedopornografia.


L’uso superficiale dei nuovi media, aggiunto al divario di conoscenze tra genitori e figli in ambito tecnologico, hanno generato l’aumento di modi pericolosi di navigare in rete. Accanto al problema della pornografia minorile (video e foto in cui sono ritratti minorenni coinvolti in atti sessuali, svestiti o in atteggiamenti erotici), oggi ci sono nuove forme di violenza in cui sono coinvolti bambini e adolescenti: dall’adescamento on line al fenomeno del sexiting.

Spesso sono gli stessi ragazzi i protagonisti di alcune azioni moleste, è il caso del cyberbullismo. Bassa percezione del rischio e poca selettività nella scelte delle amicizie on line soprattutto nell’utilizzo di social network. Questo il comportamento dei minori in rete, sempre più facili vittime di malintenzionati che sfruttano le nuove tecnologie per i loro scopi. Già nel Convegno “Nuove tecnologie: i reati sessuali sui minori” promosso da ECPAT Italia in collaborazione con Roma Capitale, Fastweb e Associazione Familiaristi Italiani, il 29 novembre 2011, era emersa quest’analisi grazie all’intervento delle Forze di Polizia.

FASTWEB ed ECPAT, con la campagna “Navigare in rete senza pericoli” vogliono offrire una serie di consigli utili per rendere i nuovi mezzi di comunicazione “luoghi” sempre più sicuri. Ecco un esempio: “Ribadisci ai minori che devono immediatamente segnalare a te o a una persona di cui si fidano, se ignoti, conosciuti in rete, cercano di fissare un incontro oppure offrono gratuitamente qualcosa”. Tra tutti spicca il suggerimento più importante: “Ricorda che nessuno di questi consigli potrà sostituirsi al ruolo guida di genitore, insegnante ed educatore”.

Marco Scarpati, presidente di ECPAT-Italia, afferma “ECPAT ha promosso le leggi che contengono la normativa sul contrasto a tutti i fenomeni dello sfruttamento sessuale a danno di minori, tra cui la pedopornografia. Leggi approvate nel 1998 e nel 2006". Continua "ora bisogna fare di più. Affiancare gli insegnanti, i genitori, i ragazzi. Accorciare le distanze e aiutarli con consigli utili per la vita di tutti i giorni. Non dobbiamo però perdere di vista né la società, cui va mossa una forte critica, per una eccessiva erotizzazione e gioco con i corpi di adolescenti e bambini, né le leggi: attendiamo da tempo la ratifica della Convenzione di Lanzarote."

Sergio Scalpelli, Direttore delle Relazioni Esterne e Istituzionali di FASTWEB, dichiara: “FASTWEB appoggia la battaglia di ECPAT per un uso più sicuro dei nuovi media, a tutela dei minori. Crediamo infatti che vada promosso un utilizzo più consapevole delle tecnologie anche nelle famiglie. Con questa e altre iniziative vogliamo contribuire a colmare la distanza di conoscenza fra i giovani nativi digitali e i genitori”.Non solo consigli nella pagina “Navigare in rete senza pericoli” del sito www.ecpat.it. A partire dal 1° marzo genitori, ragazzi, insegnanti…chiunque potrà capire cosa significano le parole chat o social network, leggere alcuni fatti di cronaca emblematici, capire attraverso alcune stime le caratteristiche del fenomeno.