giovedì 20 settembre 2012

Internet e pubblicità: il Comitato Economico e Sociale europeo chiede regole più stringenti per la salvaguardia dei minori

[Key4biz 19/09/2012]
Il Comitato Economico e Sociale europeo (CESE), riunitosi ieri in sessione plenaria, ha sollevato il problema della salvaguardia dei minori dai contenuti dannosi online e nell’ambito della pubblicità televisiva, chiedendo l’adozione di nuove, specifiche regole.
Il CESE è un organo consultivo dell'Unione europea che fornisce consulenza qualificata alle istituzioni Ue attraverso l'elaborazione di pareri sulle proposte di leggi europee, e si esprime inoltre con pareri elaborati di propria iniziativa su altre problematiche che a suo giudizio meritano una riflessione. [Leggi tutto...]

40 milioni di euro per la scuola digitale: le nuove tecnologie per trasformare apprendimento e insegnamento

[Key4biz 18/09/2012]
40 milioni per la scuola digitale: 24 messi a disposizione dal Miur (Leggi articolo Key4biz), altri 16 saranno cofinanziati dalle Regioni.
Gli obiettivi del potenziamento delle capacità ‘digitali’ delle scuole – quando, si potrebbe dire, i problemi della scuola italiana sono ben altri che le dotazioni tecnologiche – sono stati illustrati dal ministro dell’Istruzione Francesco Profumo, che stamani ha siglato accordi siglati con 12 Regioni (Abruzzo, Basilicata, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Piemonte, Toscana e Umbria). [Leggi tutto...]

martedì 11 settembre 2012

Toys R Us Tabeo, il tablet per bambini

[WebNews 10/09/2012]
Se in passato le lettere per Babbo Natale comprendevano giocattoli di ogni genere, da diverso tempo a questa parte l’elenco si è allargato anche all’elettronica di consumo. I più piccoli sono sempre più interessati alla tecnologia, come confermato dalle ultime novità in arrivo presso le catene di negozi Toys R Us: la celebre società che si occupa di produrre giochi per l’infanzia ha infatti annunciato l’arrivo di un tablet dedicato ai bambini, la cui immissione sul mercato avverrà il prossimo 1 ottobre.

Battezzato Tabeo, il dispositivo offre un display da 7 pollici, una CPU da 1 GHz, 4 GB di spazio per l’archiviazione con la possibilità di giungere fino a 32 GB mediante schede di memoria ed un design che si allontana da quello dei dispositivi elettronici per i più piccoli, avvicinandosi invece a quelli presenti sugli scaffali dei negozi di elettronica. Ad animare il tablet sarà Android, con uno store di app sviluppato dalla stessa Toys R Us e che ad oggi annovera oltre 6000 titoli.
Distribuito con oltre 50 app installate di default, il Tabeo garantirà la dovuta protezione mediante sistemi di controllo parentale appositamente realizzati per filtrare i contenuti non idonei. Una fotocamera frontale consentirà di scattare foto e registrare video, mentre un’uscita HDMI permetterà di collegare il dispositivo ad un TV. Per accedere ad Internet sarà possibile utilizzare le reti Wi-Fi, con il Flash Player che consentirà di riprodurre anche contenuti non accessibili mediante altri tablet.
Il Tabeo sarà in vendita soltanto nei negozi della catena Toys R Us, ad un prezzo di 149,99 dollari per unità, a partire dal 1 ottobre, con l’obiettivo di tendere la mano ai più piccini, sempre più attratti dai dispositivi elettronici e dunque in un certo senso bisognosi di soluzioni su misura.
Davide Falanga

lunedì 10 settembre 2012

Dai 3 anni bambini immersi nel digitale

[Il Sole 24 Ore 09/06/2012]
Era il 1984 quando Steve Jobs arrivò da Cupertino a Reggio Emilia per conoscere di persona l'azienda distributrice dei suoi prodotti, appena rilevata e diventata sede di Apple Italia (lo rimase ancora per qualche tempo). Proprio in quello stesso anno, nella città emiliana, il primo Mac entrò nelle scuole dell'infanzia, che «Newsweek» consacrerà nel 1991 come le migliori del mondo. Una sincronicità significativa se si conosce il progetto educativo di Reggio Emilia: «Il bambino ha cento lingue, cento mani, cento pensieri, cento modi di pensare, di giocare e di parlare» scriveva in forma di poesia Loris Malaguzzi. [Leggi tutto...]

Internet e sviluppo socio-economico: Italia 23esima nel Web Index, ma il 60% della popolazione mondiale ancora senza accesso

[Key4biz 06/09/2012]
La Svezia si colloca in prima posizione del Web Index, la classifica mondiale dei paesi in cui internet è usato al meglio delle sue potenzialità. Lo studio è stato condotto dalla World Wide Web Foundation di Sir Tim Berners-Lee, uno degli inventori di internet, e vede l’Italia in 23esima posizione mondiale (12esima in Europa). Al secondo e terzo posto troviamo Usa e Regno Unito.
Il Web Index è la prima analisi multi-dimensionale del Web e valuta il suo utilizzo, l'utilità e l'impatto sulle persone e le nazioni. Lo studio copre 61 paesi sviluppati e in via di sviluppo e incorpora indicatori che determinano l'impatto politico, economico e sociale del Web, così come indicatori della qualità della connettività e delle infrastrutture. [Leggi tutto...]

Scuola, nuova campagna della privacy: sì a cellulari e tablet, no alle foto sui social network

[Giornale Il referendum 08/09/2012]
Settembre, tempo di bilanci e di novità. Con l’inizio della scuola ormai alle porte (l’apertura dei cancelli è prevista per il 12 settembre), le commissioni si riuniscono e decidono le regole per i prossimi nove mesi. L’argomento più caldo è sempre lo stesso: la tutela dei dati personali di genitori ed alunni. Il presidente dell’Organo Garante per la Privacy, Antonello Soro, parla delle nuove decisioni per l’anno scolastico e fornisce un vero e proprio “decalogo” di nuove regole per presidi, insegnanti e studenti: nessuno è esente dalle norme già in vigore.
Spicca, fra tutti, un provvedimento che fa discutere. Sono ormai lontani i tempi delle bacchettate, dei giornalini sotto il banco e degli oggetti personali ritirati: ora, a scuola, si può perfino portare il cellulare o il tablet. L’utilizzo di questi strumenti tecnologici è infatti previsto nella nuova normativa: uno studente ha diritto a portare il proprio iPad e a servirsene durante la lezione “per motivi strettamente personali”. È, questa, una decisione controversa. Gli smartphone, infatti, hanno sicuramente delle potenzialità interessanti ai fini dell’ascolto e dell’apprendimento (con un semplice telefono si può registrare la lezione per memorizzarla a casa, oppure avere a disposizione un vocabolario ed un’enciclopedia per meglio comprendere concetti difficili), ma sono anche una fonte di distrazione. Solo cinque o sei anni fa, in classe, ogni cellulare doveva essere introdotto spento, e il massimo svago fornito era di mandare un sms: oggi, la decisione di tenere accesi anche dei supporti elettronici che lasciano un libero accesso al mondo informatico e scattano foto e video fa sicuramente discutere. In difesa del nuovo provvedimento, c’è da dire che la libertà lasciata alle singole scuole è molta: l’ultima parola spetta quindi al preside e al consiglio degli insegnanti di ogni istituto.
Giro di vite, invece, sulla pubblicazione di foto e video su Internet, anche attraverso qualsiasi social network: senza il consenso dei diretti interessati, non sarà più possibile nemmeno condividere attraverso Facebook le immagini di una gita scolastica o il video di una recita. Avranno vita breve, quindi, i filmati effettuati di nascosto e poi caricati attraverso siti come YouTube o ScuolaZoo: chi viene sorpreso può essere passibile di denuncia.
Un tema caldo è anche quello della pubblicazione dei nomi e dei dati degli studenti: sono ufficialmente dichiarati pubblici gli scrutini e gli esiti di interrogazioni ed esami. Il risparmio di carta ha avuto la meglio: approvate le pagelle online e i registri elettronici, anche se il Garante si riserva di tornare sull’argomento in un secondo tempo. Tutti, di conseguenza, potranno visionare le valutazioni proprie e dei compagni; vietato, in compenso, lasciar trapelare informazioni su condizioni di salute o possibilità economiche delle famiglie. Voti sì, ulteriori comunicazioni no: a questo punto, ci si chiede se la cosa migliore non sia uno spazio in Internet dove ogni studente può visionare la propria cartella personale, lasciando al singolo la decisione di diffondere o meno risultati e condizioni. La scuola dovrà anche prestare estrema attenzione all’utilizzo delle informazioni di allievi e famiglie, comunicando ogni movimento ed ogni pubblicazione: i genitori hanno sempre diritto di ricorso. Anche i questionari per sondaggi o raccolta di opinioni dovranno sempre essere proposti previa approvazione del singolo studente.
Per quanto riguarda le consegne dei temi in classe, invece, non è stato considerato lesivo della privacy assegnare dei compiti con riferimenti al “mondo personale” degli alunni. Sta ovviamente al buonsenso dell’insegnante l’evitare alcuni argomenti delicati, senza introdursi prepotentemente nella riservatezza della persona. Di sapore orwelliano è l’ultima regola, ossia quella riguardante le telecamere nell’edificio scolastico: esse però potranno essere accese solo negli orari extra-scolastici, quando insegnanti e studenti non saranno presenti nell’edificio. Per la prima volta viene consentita una sorveglianza telematica negli istituti, mirata più ad evitare intrusioni nell’edificio che al controllo della disciplina studentesca. Un po’ assurdo il cavillo che segue: tutte le immagini dovranno essere cancellate dopo ventiquattro ore.
Nuove regole per la privacy, dunque, che guardano verso il mondo informatico e sociale. La scuola comincerà già con queste nuove norme; alcune, tuttavia, risultano un po’ contraddittorie. Gli alunni possono registrare la lezione con un tablet, ma finiranno nei guai se diffondono foto o video della scuola; gli studenti devono rispettare la consegna di un tema in classe un po’ troppo approfondito, ma possono rifiutare un questionario i cui dati verranno utilizzati solo dal consiglio di istituto; è proibito mettere su Internet i video della gita scolastica, ma a fine anno i voti di ogni persona sono ben visibili sui tabelloni. In fin dei conti, la situazione non è cambiata di molto: ci vorrebbero delle regole più omogenee ma soprattutto decise, volte a promuovere il saggio uso della tecnologia e a limitarne il più possibile, fra le mura di scuola, lo scopo ludico oppure offensivo. Oltretutto, è in qualche modo triste vedere imposte per legge le regole del vivere civile e del buonsenso: c’è veramente bisogno di una norma che vieti la pubblicazione di dati sulla salute degli studenti e sul loro status economico? E’ il momento che spariscano le gogne sulla pubblica piazza, e si torni a un atteggiamento meno schematico e rigido, ma sicuramente più umano.
Chiara Gagliardi

Il curriculum diventa social

[La Stampa.it 05/09/2012]
Se volete avere piu' chanche di raggiungere la realizzazione professionale, entrate in rete. Secondo la ricerca internazionale "Business etiquette " condotta da Robert Half, nell'era digitale i social network rappresentano una possibilita' di attrarre attenzione professionale positiva, a patto di rispettare alcune regole.
Social network, usare con cautela
L'indagine svolta da Robert Half sottolinea l'importanza che social network come Facebook, Linkedin e Twitter stanno assumendo nella delicata fase della ricerca del lavoro. L'associate director di Robert Half, Erika Perez, commentando i dati raccolti fa notare come oggi il 41% dei selezionatori verifichi le referenze degli aspiranti candidati sui profili di Facebook e di Twitter.
Diviene fondamentale, dunque, fare un uso corretto delle proprie bacheche e pagine personali. Nella sua ricerca, la Robert Half stila le regole da rispettare per mantenere un comportamento appropriato. Di seguito le riassumiamo punto per punto.
Per avere successo con i social network, bisogna:
1- manifestare un punto di vista, condividendo articoli e notizie rilevanti e offrendo un valore aggiunto formulando osservazioni che potrebbero essere non ovvie per gli altri.
2- instaurare rapporti con gli altri, raccogliendo osservazioni sul proprio network.
3- proporsi come un punto di riferimento per i propri contatti, postando idee professionali, ritwittando i post altrui, ringraziando per i ritweet ricevuti (questo aiutera' ad allacciare i rapporti con i follower, incoraggiando discussioni).
4- connettere Twitter e LinkedIn per ottenere maggiore visibilita'.
5- cercare di aggiungere almeno una persona al proprio network ogni settimana: i profili in crescita sono piu' visibili di quelli stagnanti;
6- arricchire il proprio profilo con piu' informazioni possibili, aggiungendo competenze chiave e chiedendo ad ex colleghi di scrivere una raccomandazione: si otterra' cosi' una maggiore visibilita' del proprio percorso lavorativo;
7- restare focalizzati sulle attivita' professionali, evitando frivolezze: si potrebbe perdere l'interesse di chi desidera ricevere informazioni di lavoro;
8- mantenere un certo riserbo ed evitare gli sfoghi personalii commenti negativi sul capo o sui colleghi o le informazioni confidenziali possono essere lette dalla persona sbagliata.
M. Campodonico

Come proteggere i minori online: i suggerimenti degli esperti McAfee

[Bitcity 06/09/2012]
"Chi ha figli che utilizzano Internet si sente come intrappolato in un paradosso tecnologico." dichiara Giorgio Bramati, Consumer Partner Manager, McAfee "Da un lato sappiamo bene quanto sia importante per i nostri figli poter familiarizzare con le nuove tecnologie e con i fantastici vantaggi che offrono. Dall'altro non possiamo non essere preoccupati dei pericoli presenti su Internet".
Per questo motivo McAfee ha reso disponibile un decalogo per aiutare i genitori a proteggere i propri figli online. "Sedersi con i ragazzi per leggere insieme queste 10 regole aiuterà i genitori a lasciar addentrare tranquillamente i propri figli nell'universo di Internet per imparare, esplorare e comunicare" aggiunge Bramati. "In molti casi, poi, i ragazzi sono tecnologicamente più preparati rispetto agli adulti, pertanto alcuni genitori potrebbero sentirsi intimiditi e restii a imporre regole che sono fondamentali per la protezione dei propri figli quando navigano e socializzano online, ma fortunatamente, sono disponibili software per la sicurezza che possono limitare le attività online dei ragazzi e allentare la pressione sui genitori che tentano di restare al passo con i nuovi rischi".

Ecco il decalogo di McAfee:

  1. Controllare l'utilizzo di Internet da parte dei minori. Installare il computer in una zona molto frequentata della casa e limitarne l'uso notturno. E' consigliabile prendere anche in considerazione un software di monitoraggio della sicurezza dei minori come IMSafer.
  2. Proteggere il computer con un software di protezione efficace e mantenerlo aggiornato. 
  3. Assicurarsi che i propri figli capiscano le regole di base per l'utilizzo dei siti di socializzazione come Facebook e i blog. I ragazzi devono custodire le proprie password e non pubblicare mai dati personali o foto inappropriate. I blog e i siti di socializzazione offrono strumenti per la tutela della privacy che possono essere attivati per bloccare l'ingresso a utenti potenzialmente pericolosi (forniti automaticamente ai ragazzi di età inferiore ai 15 anni).
  4. E' indispensabile che i ragazzi informino i genitori se organizzano appuntamenti di persona con gli utenti conosciuti online. Prima di eventuali incontri di questo genere, accertarsi dell'identità di queste persone e accompagnare i ragazzi all'appuntamento in un luogo pubblico.
  5. Quando utilizzano i programmi P2P di condivisione dei file, i ragazzi non devono mai scaricare file provenienti da sconosciuti. E' possibile che scarichino file infetti, immagini, giochi e musica inadatti o file multimediali protetti da leggi sul copyright. I ragazzi non devono consentire agli utenti di caricare i loro file musicali a meno che non siano certi di disporre dell'autorizzazione alla condivisione.
  6. Non consentire ai propri figli di compilare moduli su sondaggi online. Se desiderano iscriversi a siti legittimi come Disney o simili, dovranno prima rivolgersi a uno dei genitori che potrà leggere l'informativa sulla privacy del sito e le relative norme di condotta.
  7. Consentire ai propri figli di utilizzare solo chat room monitorate e fare in modo che utilizzino uno screen name che non consenta di risalire alla loro vera identità. Come nel caso dei blog e di Facebook, i ragazzi non devono mai rivelare informazioni personali o condividere foto. I ragazzi devono sapere che le persone possono mentire riguardo alla propria identità e che gli amici conosciuti online sono pur sempre degli estranei.
  8. Spiegare ai ragazzi che devono ignorare messaggi di e-mail e instant messaging provenienti da sconosciuti. Non devono mai aprire allegati che non si aspettavano di ricevere nè fare clic sui collegamenti inclusi nei messaggi. Come nel caso dei blog e di Facebook, non devono mai inviare informazioni personali. Configurare correttamente l'applicazione di messaggistica immediata utilizzata dai ragazzi e accertarsi che non si avvii automaticamente all'accensione del computer. Fare in modo che spengano il computer e chiudano la connessione quando il PC non viene utilizzato
  9. Utilizzare browser per ragazzi e motori di ricerca creati appositamente per i minori. I browser per i ragazzi come Il Veliero non visualizzano parole o immagini inappropriate. Questo tipo di browser offre siti web precaricati adatti ai minori e filtri terminologici preimpostati. E' necessario solo accertarsi di esaminare e approvare i siti web e le parole predefiniti. I motori di ricerca per i bambini come il nocchiero effettuano ricerche e mostrano risultati limitati.
  10. Consentire ai propri figli di trovare siti web idonei e utili utilizzando gli elenchi creati da esperti del settore. L'American Library Association mette a disposizione un ottimo elenco: The ALA Great Web Sites for KidsFirst Gov for Kids pubblica siti per bambini con contenuti di educazione civica ed elenca gruppi di siti adatti ai minori.