giovedì 30 agosto 2012

Social Media e tv, un binomio inscindibile

[Il Giornale.it 29/08/2012]
Secondo una ricerca effettuata da Ericsson ConsumerLab utilizzare i social network mentre si guarda la tv sta diventando un fenomeno di massa.
Il 62% dei consumatori infatti utilizza i social media mentre guarda la TV, su base settimanale, registrando un incremento del 18% rispetto allo scorso anno. Anche in Italia questo fenomeno sta diventando sempre più comune: nel nostro Paese la percentuale sale al 69%. In rapporto al genere degli intervistati, il 66% delle donne dichiara questa abitudine, contro il 58% degli uomini. In particolare, il 25% dei consumatori a livello globale utilizza i social media per discutere in tempo reale ciò che sta guardando, percentuale che in Italia si attesta invece intorno al 30%. I dispositivi mobili inoltre stanno avendo un ruolo importante nella fruizione della TV, come dimostra il fatto che il 67% dei consumatori utilizzi smartphone, tablet, o PC portatili per la visione di TV e video. Inoltre, il 60% dei consumatori afferma di utilizzare servizi on-demand almeno una volta alla settimana.
E anche guardare la TV in mobilità sta diventando una pratica sempre più diffusa: il 50% del tempo speso nella visione di TV e video su smartphone avviene fuori casa, tendenza in crescita il cui aumento è facilitato dalle connessioni a banda larga mobile.
Anche se le modalità di fruizione e i bisogni stanno cambiando, solo l'8% degli intervistati dichiara di voler ridurre i propri abbonamenti TV in futuro. Infatti, piuttosto che prestare attenzione alla riduzione dei costi, i consumatori sono disposti a pagare di più per una migliore esperienza di fruizione tanto che il 41% dichiara di essere disposto a pagare per TV e video in alta definizione.
La propensione alla spesa deriva anche dal fatto che oltre la metà dei consumatori vuole poter scegliere la propria TV e contenuti video. I dati sono stati rilevati in Brasile, Cile, Cina, Germania, Italia, Messico, Corea del Sud, Spagna, Svezia, Taiwan, Regno Unito e Stati Uniti. Complessivamente, sono state condotte e 12mila interviste, rappresentative di più di 460 milioni di consumatori.
Maddalena Camera

Banda larga: in Italia manca la ‘cultura’ digitale, non le infrastrutture. Per Franco Bernabè, ‘Governo nella giusta direzione’

[Key4biz 27/08/2012]
Non è la mancanza di infrastrutture a banda larga il vero problema dell’Italia, quanto la scarsa propensione dei cittadini, delle imprese e della PA ad avvantaggiarsene. Un assunto forse non pienamente condivisibile, ma di sicuro molto caro al presidente esecutivo di Telecom Italia, Franco Bernabè, che ha ribadito la sua convinzione a margine del suo intervento all’edizione 2012 del think net ‘Vedrò’ (Dro, 26-29 agosto).
Tornando su un concetto più volte espresso anche in diverse altre occasioni, ossia che il gap che affligge l’Italia – notoriamente indietro in termini di nuove tecnologie digitali – non è tanto infrastrutturale quanto culturale, Bernabè ha sottolineato che “Le infrastrutture di cui noi disponiamo, i programmi che Telecom Italia ha in corso di sviluppo della banda larga e ultra larga danno tutta l’infrastruttura necessaria…il problema è che la pubblica amministrazione è ancora arretrata e le stesse imprese non utilizzano le potenzialità che la rete può dare”.
La vera priorità, insomma, non è tanto quella di accelerare sulla rete di nuova generazione (concetto per altro già evidenziato in occasione della presentazione dei risultati del gruppo telefonico), quanto quella di stimolare l’adozione e l’utilizzo delle nuove tecnologie. Compito che, a giudizio del manager, spetterà al Governo. [Leggi tutto...]

Internet mobile: cresce il peso dei dati sui conti degli operatori. Negli Usa mercato da 80 mld

[Key4biz 29/08/2012]
Internet mobile…croce e delizia degli operatori telefonici. Se infatti è in atto un acceso dibattito sulla contrapposizione tra operatori e OTT, con i primi che chiedono un cambiamento degli attuali business model che preveda la collaborazione dei secondi al mantenimento delle reti, uno studio condotto dalla società di consulenza americana Chetan Sharma dimostra come i dati stiano iniziando a contribuire alla crescita dei profitti delle telco mobili d’oltreoceano.
 Negli Usa, secondo il report US Mobile Data Market Update Q2 2012, nel secondo trimestre 2012 i ricavi legati ai servizi dati sono cresciuti del 5% rispetto al trimestre precedente e del 19% su base annua a quota 19,3 miliardi. La società prevede che entro la fine dell’anno il mercato varrà 80 miliardi di dollari.
Mentre l’Arpu legato ai servizi voce è sceso di 63 centesimi, quello dati è cresciuto di 60 centesimi (+3%) rispetto al primo trimestre e rappresenta ormai il 42% dell’Arpu totale, con la previsione che raggiunga il 50% entro il prossimo anno. gli utenti, in sostanza, spendono mediamente 30 dollari al mese per i servizi voce e circa 20 per i dati. [Leggi tutto...]

Usa 2012, siti e social network al servizio degli elettori

[TM news 30/08/2012]
Livestreaming, notizie in tempo reale, articoli che rimbalzano da un profilo all'altro. Il Web non è mai stato così coinvolto nelle elezioni americane. Si diceva anche nel 2008, quando Barack Obama puntò molto su Internet, ma rispetto al 2012 non avevamo ancora visto niente.Facebook ha mandato un team in trasferta alla convention repubblicana di Tampa e farà la stessa cosa con i democratici a Charlotte."Adesso ci sono più persone iscritte a Facebook di quante fossero registrate per il voto nel 2008 - dice il manager del team Noyes - la consapevolezza riguardo ai social media è cresciuta".Facebook ha anche realizzato due progetti con CNN: uno è "i'm voting", app per condividere opinioni sui temi elettorali; l'altro è "Facebook Election Insights" che permette di studiare la popolarità dei candidati a seconda di quanti parlano di loro sul social network, con statistiche Stato per Stato, servizio simile a quello messo in campo da Twitter, con "Political Index".Google ha schierato tutti i suoi strumenti, dal social network Google+ a YouTube. Per le due convention è stato organizzato un servizio di livestreaming, che continuerà anche la notte delle elezioni. Nella nuova "sezione Politics and elections" invece, vengono raccolte tutte le news e i video. Per i militari e i residenti all'estero c'è un'area speciale con tutte le istruzioni per il voto via mail.

lunedì 27 agosto 2012

Web, adescamento dei minori: “Bimbi a rischio se non hanno strumenti”

[Il Fatto quotidiano 26/08/2012]
Da simbolo di libertà ed espressione a strumento di adescamento. La rete continua ad avviluppare i soggetti deboli, primi fra tutti i bambini. È quanto testimonia una recente ricerca dal titolo “Sessualità e Internet: i comportamenti dei teenager italiani”, commissionata da Save the children. Questi i dati: il 31% dei ragazzi tra i 16 e 17 anni ammette di avere avuto incontri, anche intimi, con persone conosciute in rete. Sul fronte della pedopornografia, il 78% delle vittime ha meno di 12 anni, il 4% meno di 3-4 anni.
“Un bambino che utilizza il web privo degli strumenti per capire e gestire un mezzo che ha molte potenzialità ma altrettanti rischi, è un bambino che è potenzialmente sottoposto a rischio di abuso. I fatti di cronaca sono densi di episodi che lo attestano”, afferma Valerio Neri, direttore generale di Save the children Italia. “Può apparire banale che il 32% di teenager dia il suo numero di cellulare a qualcuno conosciuto online, ma questo implica che potenzialmente il rapporto virtuale possa proseguire nel mondo reale. Non a caso 10,5% dei ragazzi tra i 12 e i 13 anni si dà appuntamento con una persona incontrata in rete, percentuale che cresce fino al 31% fra i 16 e i 17 anni. E ben il 6,5% dei primi e 16% dei secondi invia video e immagini di sé nudi”.
E una volta scaricate queste immagini rimangono online, perché rimuovere i siti pedoponografici è ancora oggi difficilissimo: uno studio dell’Università di Cambridge ha messo in evidenza come la rimozione dei siti dediti a operazioni bancarie illegali abbia richiesto da 3,5 a 4,5 ore, mentre il tempo medio necessario per la rimozione di siti pedopornografici è stato di 719 ore. “È assurdo pensare che una transazione finanziaria illecita sia considerata oggi più “urgente” che una violenza perpetrata su un bambino”, spiega ancora Neri.
Il Moige (Movimento italiano genitori) promuove la campagna “Ogni genitore dovrebbe sapere che…”, contro l’adescamento pedofilo sul web. Un minore su due è stato contattato via web più volte con proposte “indecenti” da sconosciuti. A 3 minori su 10 è stato chiesto un appuntamento al buio. Il 30% di chi ha subito un tentativo di adescamento ha meno di 15 anni. Più di 200mila minori hanno accettato proposte oscene in cambio di una ricarica telefonica. Sono questi alcuni dei dati emersi dalla ricerca condotta nel mese di aprile 2012 dall’Istituto demoscopico Swg ed elaborati dal Moige su un campione di 600 ragazzi utilizzatori di internet, di età compresa tra i 16 e i 21 anni, di entrambi i sessi e di tutte le regioni italiane. Dai risultati emerge che il tempo di navigazione medio si attesta tra le 3 e le 4 ore giornaliere, ma più di un terzo (soprattutto maschi) lo fa per oltre 5 ore. Ben 6 ragazzi su 10 non hanno computer dotati di sistemi di sicurezza e filtri per il controllo di accesso a siti dai contenuti pedopornografici e violenti.
Ma cosa possono fare i genitori per tenere lontani i propri figli dai pericoli del web? Mariateresa Ingenito, psicoterapeuta dell’età evolutiva spiega: “Tutto dipende da come s’imposta il dialogo educativo col figlio. Ogni bambino è curioso della sessualità e del mondo che c’è fuori, ma dovrebbe poterlo condividere con i genitori”. Il consiglio è quindi quello di “parlare tanto all’interno della famiglia”. Bisogna quindi “creare una ‘relazione conversativa’, che porta a vivere i conflitti in maniera non occultata”. Secondo Ingenito, quando il figlio torna da scuola è più utile chiedere: “Come stai? Ti sei divertito oggi?”, piuttosto che “sei stato interrogato? Quanto hai avuto?”. Occorre cioè “conoscere come il bambino gode della vita e trae benessere dalle cose”. E continua: “Anche la scelta di un programma tv o di un sito web dovrebbe essere condivisa”. Il genitore deve cioè “esercitare un controllo indiretto che non risulti come tale”.

Angela Cotticelli