[La Stampa 28/06/2011] Una nuova ricerca di Reputation Manager- gli esperti reputazionali del Web 2.0 - ha fatto il punto sulla reputazione online di Agcom, l’Autorità Garante delle Comunicazioni. Questo ente «super partes», presente in Italia da 13 anni, ha il compito innanzitutto di essere un’autorità di garanzia, con il duplice compito di assicurare la corretta competizione degli operatori sul mercato e di tutelare i consumi di libertà fondamentali dei cittadini. Detto altrimenti, Agcom ha il compito di monitorare le comunicazioni che avvengono nel nostro Paese, attraverso Internet, la telefonia, i media tv e garantire da un lato la libertà di espressione degli utenti, senza violare le regole dei diritto d’autore e della correttezza delle opinioni, e dall’altro l’equità della competizione tra gli operatori, sia tv che telecomunicazioni, anche in materia di prezzi.
In particolare, la ricerca in Rete di Reputation Manager ha evidenziato e validato circa 500 conversazioni online che vertono su tre grandi macro-categorie: conversazioni sugli Organi dell’Agcom (es. Presidente, Consiglio, Commissioni varie); sulle Garanzie per gli utenti/fruitori final – sia di tipo audiovisivo che di telecomunicazioni; conversazioni sulle Garanzie per gli operatori, sia telco che audiovisivi.
Va detto anzitutto che la tonalità delle conversazioni è mista (e quasi ripartita equamente tra positivo, negativo e neutro), anche se statisticamente sono maggiori quelle positive (38%), specialmente laddove si parla di garanzie per gli utenti; il 31% di negatività si esprime sopratutto sugli organi competenti dell’Autorità, e in parte – anche se quasi bilanciato da altrettanta positività - sulle garanzie per gli operatori. Il Consiglio da un lato (“l'unica cosa che mi meraviglia è come si sia potuto dare fiducia a queste persone evidentemente ponendo una x in uno spazio sbagliato...Giusto per mettere i puntini sulle i ecco l'attuale composizione di coloro che sono responsabili nell'Agcom di questa consultazione e posti lì dai nostri politici: un dirigente Ausl in pensione, un gastroenterologo, un medico legale, l'ex presidente della Federazione Editori giornali, un paio di avvocati, un direttore marketing e un dirigente di Publitalia”) e soprattutto la “Commissione infrastrutture e reti” sono i due organi più presi di mira dagli internauti, che non risparmiano pareri negativi anche sull’operato dell’Agcom in materia di garanzia per gli operatori audiovisivi.
Dal calcolo del Cerr® (Coefficiente effettivo di rischio reputazionale, che misura la valenza positiva e negativa delle opinioni insieme all’importanza e alla pertinenza del dominio che le ospita, dunque con una “ponderazione effettiva” del contenuto), l'area in cui si concentrano maggiormente le lesività è quella relativa agli Organi dell'Autorità, nella fattispecie sulle posizioni assunte dai suoi rappresentanti a diversi livelli (Presidente, Consiglio, Commissioni).
L'area più positiva è invece quella che raccoglie le conversazioni e i commenti sulle azioni dell'Autorità volte a tutelare gli utenti (hanno soprattutto influito nell'ultimo periodo le decisioni prese in materia audiovisiva, in particolare sugli spot referendari). Per quanto riguarda le azioni volte alle garanzie per gli operatori, la reputazione di Agcom è piuttosto bilanciata tra l'area positiva e quella negativa, perchè la nuova delibera sul diritto di autore online ha diviso molto l'opinione degli internauti.
I temi più ricorrenti, rilevati nelle ultime settimane, sono stati infatti quelli della delibera emanata da Agcom in materia di protezione dei diritto d’autore/copyright, che ha suscitato pareri discordanti in Rete: se da un lato qualcuno si è pronunciato a favore, sostenendo che può contrastare la pirateria (“...a me, da spettatrice fa piacere che l’Agcom cerchi di favorire lo streaming legale. Io pagherei il biglietto per vedere i film in prima visione da casa legalmente, è l’evoluzione necessaria che sostengo con questo blog e non solo io...”) c’è stata però una levata di scudi da parte di chi – ed è la stragrande maggioranza delle rilevazioni di Reputation Manager -, riscontra nella delibera Agcom un’autentica censura alla libertà d’informazione.
Si rimprovera all’Autorità da più parti, in particolare, di interpretare il proprio compito in maniera non corretta o troppo allargata, finendo per proporsi come ente normativo o meglio quasi legislativo, anzichè un organo di controllo: “In Italia, l’Agcom è l’ Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni. Tale ente ha il compito di vigilare sui servizi media audiovisivi: tv, radio, internet, comunicazioni… Tale ente, tuttavia, svolge in realtà un ruolo censorio e repressivo, comandato indirettamente dalle lobby del mercato audiovisivo, che incapaci di far rispettare il diritto d’autore con metodi tecnologici, tentano di imporre regole repressive nei confronti dei provider.”
Da segnalare anche, a questo proposito, un’altra questione che non è passata inosservata in Rete: quella del Commissario Nicola D’Angelo sostituito senza preavviso all’interno del consiglio dell’Agcom, forse perchè fin da subito aveva assunto una posizione critica nei confronti del regolamento in tema di diritto d’autore e copyright di cui pure era stato uno dei relatori.
Due altri filoni molto dibattuti su Internet nelle ultime settimane, qui con un impatto decisamente positivo sulla reputazione online di Agcom, sono stati rispettivamente quello delle prese di posizione dell’Autorità in merito di violazione della par condicio televisiva, e in particolare la sanzione economica nei confronti dei tg di Rai e di Mediaset per aver concesso troppe interviste e apparizioni al premier Berlusconi, e il richiamo che l’Agcom ha recentemente fatto al TG di RaiUno, colpevole del silenzio sui referendum. In alcuni casi gli utenti hanno però segnalato il carattere un tantino...tardivo dei provvedimenti: “Meno male che Silvio c’è. Forse troppo Silvio però. E’ quello che ha notato, solo ora, l’Autorità garante per le comunicazioni..” oppure “Finalmente: sono settimane che denunciamo il silenzio strumentale calato sui referendum. Il diritto degli italiani all’informazione su questo essenziale strumento di democrazia è stato calpestato a sufficienza. Speriamo che il richiamo dell’Agcom cambi questa situazione intollerabile”. Lo afferma, commentando il documento della Commissione Servizi e Prodotti dell’Authority, il Comitato Vota sì per fermare il nucleare...”
Il resto delle rilevazioni, di carattere neutrale, riportano la serie di servizi che l’Agcom offre a favore sia degli utenti, ad esempio la guida e il test per tutelare i propri diritti nel mercato delle comunicazioni elettroniche. Viene anche evidenziata in Rete la richiesta di intervento da parte dell’Agcom come garanzia di tutela dei diritti come ad esempio nel caso dei minori in TV o nel caso della salvaguardia della trasparenza del televoto.
“Come sempre, il canale potenzialmente più pericoloso per la reputazione, perchè intrinsecamente più virale, è quello dei video su YouTube: ne abbiamo contato almeno 25, per un totale di 120.000 visualizzazioni, solo negli ultimi giorni, ma il più visto, decisamente, è quello postato dall’Italia Dei Valori sull’Indipendenza dell’Agcom, che da solo ha raccolto oltre 50.000 visualizzazioni, e oltre 400 commenti. Anche su Facebook ci sono almeno una trentina di gruppi potenzialmente caldi che hanno già ospitato conversazioni su Agcom, di carattere neutrale o, qualche volta, negativo (ad es. il gruppo dal nome autoesplicatorio “scriviamo alla Agcom per chiedere le dimissioni di Giancarlo Innocenzi” o “per tutti quelli che vogliono azzerare Agcom” o ancora “Ferma la censura della rete (delibera Agcom)”.