[Il velino 10/09/2013]
“Sono mutate le condizioni storiche che hanno portato al varo del Codice
Tv e Minori, pertanto ne chiediamo l’abolizione”: è quanto dichiara,
sorprendentemente, il sociologo Antonio Marziale, presidente
dell’Osservatorio sui Diritti dei Minori, che ha affiancato l’allora
ministro delle comunicazioni, Maurizio Gasparri, nella fase di stesura
del protocollo recepito dalla Legge per il riordino dell’assetto
radiotelevisivo. “L’offerta televisiva, in termini di canali, è
aumentata a dismisura – spiega Marziale – ed il monitoraggio è diventato
impossibile. Da qui il rischio, empiricamente dimostrabile, che alcune
reti sono chiamate a pagare le sanzioni previste e altre la fanno
franca. Tutto ciò rende ridicolo e parziale lo strumento, concepito non
già per censurare, bensì per richiamare culturalmente i responsabili dei
palinsesti e i genitori al dovere di attenzionarsi in particolari
momenti della giornata rispetto alle esigenze dei fruitori più piccoli”.
Per il presidente dell’Osservatorio “sono maturi i tempi per
sostituire uno strumento ormai vetusto con un tavolo da costituirsi
presso il Dipartimento comunicazioni del governo, contemplante la
rappresentanza di editori e della società civile impegnata nella tutela
dei minori, allo scopo di concepire un nuovo codice di autodisciplina,
più aderente alle condizioni storiche e sociali contemporanee.
L’assunzione di responsabilità diretta da parte degli editori e della
società civile, con l’arbitrato del governo – conclude Marziale –
garantirebbe sicuramente risultati di gran lunga superiori rispetto a
quelli attuali e, anzi, costituirebbe un motivo di confronto più serrato
e sinergicamente in grado di agevolare il compito ai primi ed
insostituibili garanti del benessere psicofisico dei bambini, ossia i
genitori”.
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