martedì 3 settembre 2013

Bambini e famiglie divisi dalla guerra si ritrovano grazie a un'app mobile

[La Repubblica 28/08/2013]
DA SEI SETTIMANE a poche ore. Chiedetelo a Rosete, Birungiste e Samuel, tre dei piccoli congolesi arrivati soli e senza documenti al Bubukwanga Transit Centre di Bundibugyo, in Uganda, se non fa differenza poter riabbracciare prima possibile i propri cari. Evitando giorni di separazione che si aggiungono ai già terribili shock del fuoco e del sangue. Laggiù, in quel campo-profughi dimenticato dal mondo come tanti altri a ogni latitudine, approdano ogni giorno bambini e giovani separati dalle proprie famiglie a causa dei combattimenti fra truppe governative della Repubblica Democratica del Congo e ribelli. Non è ovviamente l'unico caso: in tutti i punti caldi del pianeta sorgono enormi accampamenti e siti dove rifugiati e profughi provenienti dai più diversi Paesi, dal Sudan alla Palestina, dal Ruanda al Kenya passando per l'Etiopia, cercano di sfuggire a guerre e persecuzioni. È un'autentica diaspora: ricongiungere figli e genitori o parenti è infatti spesso un'impresa complessa se non titanica. Basti pensare, solo per rimanere alla più stretta attualità, alla situazione siriana: secondo l'Onu il numero di piccoli profughi ha toccato, dopo tre anni di guerra civile, la cifra-monstre di un milione. Adesso una semplice app, battezzata RapidFTR, promette di cambiare le cose. Almeno un po'.
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