martedì 3 settembre 2013

BAMBINI E VIDEOGIOCHI: SVAGO O PERICOLO?

[Legnano news 28/08/2013]
I bambini e videogiochi: uno svago o un pericolo?
Sembrerà strano, ma già verso la fine degli anni ‘70 si era iniziato a discutere su quanto l’utilizzo di videogiochi fosse o meno diseducativo.
La questione è quindi abbastanza antica ma è innegabile che sempre più giovani e giovanissimi
hanno accesso a mezzi informatici e la domanda, circa quale sia il limite entro cui definire il loro utilizzo “sano”, è sempre più impellente.
Inoltre vengono creati videogiochi adatti ad ogni fascia di età, anche per i più piccoli e i mezzi per accedervi sono ormai di uso molto comune: basta un telefono!
Che tantissimi bambini possano utilizzare (e utilizzino) videogiochi è ormai un dato di fatto e demonizzare l’avvento della tecnologia potrebbe essere al limite controproducente.
La rivoluzione tecnologica porta con sé, secondo le ricerche, variazioni sociologiche e psicologiche importanti. Si è per esempio notato che l’uso eccessivo di videogiochi ha un effetto sulle capacità relazionali del bambino. Ovvero passare troppo tempo di fronte allo schermo riduce il tempo dedicato alle relazioni interpersonali, privando il bambino delle occasioni di socializzazione con i coetanei.
Certo sono lontani i tempi in cui ci si trovava dall’unico amico che aveva le prime rudimentali forme di console! Oggi il videogioco è perlopiù un momento trascorso in solitudine. A tutto ciò si deve aggiungere che giocare di fronte ad uno schermo è un’attività perlopiù sedentaria.
Giocare troppo a lungo con i videogiochi potrebbe influire anche sulla crescita cognitiva e scolastica dei giovani, dal momento in cui limita il tempo dedicato ad altre attività educative. In contrasto a ciò è stata sottolineata la valenza positiva sull’apprendimento quando il materiale didattico viene presentato attraverso un videogioco.
Il tempo e ricerche future ci diranno se l’utilizzo della tecnologia comporterà effetti sulla cognizione, ovvero sul modo di apprendere dalla realtà, sulle capacità di riflessione e di attenzione. Tutto ciò appare già oggi plausibile. Inoltre si dibatte anche ora su quanto alcuni videogiochi possano essere diseducativi. In particolare l’opinione degli esperti si è divisa sui giochi in cui era presente violenza “gratuita”.
Va notato che se alcune ricerche concludono che questa tipologia di stimoli possa avere un effetto sull’aggressività dei più giovani, altre concludono in modo del tutto opposto, ovvero che l’espressione video - ludica delle pulsioni aggressive renda esse più elaborabili nel quotidiano.
Ma i videogiochi inibiscono o sviluppano la fantasia?
Anche qui le opinioni sono del tutto discordi, tra chi ritiene che la tecnologia possa essere nociva e chi dice possa favorire questa capacità umana.
Come avrete capito non è semplice orientarsi nel panorama del dibattito sull’utilizzo dei videogiochi. Ma potrebbe esiste un limite entro il quale il videogioco rimane uno strumento di svago e oltre il quale corre il rischio di essere uno svantaggio per la crescita del bambino. Il limite è l’impatto che l’utilizzo della tecnologia ha sulla vita quotidiana.
In definitiva il videogioco non può sostituire le occasioni di socializzazione fondamentali per la crescita di un bambino, così come non è (per il momento) il principale mezzo di formazione educativa e scolastica. Non ha quindi senso vietare, quanto controllare che l’utilizzo di videogiochi resti nei limiti dello svago. Ancora meglio sarebbe non abbandonare i più piccoli davanti ad uno schermo, ma giocare con loro,
avvicinarsi ai loro interessi, anche tecnologici.
Il vaccino adeguato è solo uno: il buon senso dell’adulto che non deve perdere la sua funzione di guida nei confronti dei bambini.
Come sempre per qualsiasi domanda o commento vi invito a scrivermi.
Stefano Landoni
Psicologo Psicoterapeuta

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