[Wired 12/09/2011] Oggi ricomincia la scuola per la maggior parte dei ragazzi italiani. Armati sin dalla tenera età di cellulare e magari anche connesione Internet mobile, possono essere un osso duro per qualsiasi insegnante. Ma c'è sempre un però.
Prendiamo una classe in cui l'insegnante si è allontanato per un momento. E pensiamo a due studenti, seduti al proprio banco. Uno dei due ha il naso appiccicato al libro di testo, l’altro si dondola sulla sedia annoiato. Dopo qualche minuto, quest’ultimo i rende conto di essere l’unico nella classe a non avere gli occhi sul libro, si ricorda che un'interrogazione potrebbe essere dietro l'angolo e decide di aprire anche lui il libro e di mettersi a studiare.
È un esempio di come la peer pressure (in italiano, influenza sociale) possa incidere positivamente sulla concentrazione e l’apprendimento scolastico. Diversi studi recenti lo confermano: condividere con altri studenti l’esperienza didattica e lo studio può avere effetti sorprendenti sulle performance. Ecco, partendo da queste considerazioni, c’è chi ha pensato di applicare questo principio allo sviluppo di un social network educativo.
Il governo del Rajastan, lo stato più popoloso dell’India, ha finanziato la creazione di un social network chiaramente ispirato a Facebook che unisca alle solite caratteristiche (foto, link, status update, rete di contatti, chat e giochi online) delle funzionalità strettamente legate all’apprendimento e al proprio percorso scolastico.
“ L’idea è quella di utilizzare la popolarità dei social network tra gli studenti, a cui la maggior parte dei quali passano un sacco di tempo ogni giorno”, è stata la spiegazione ufficiale dell’Information Technology Department del Rajastan: “ Abbiamo pensato di rendere un più educativo questo strumento web in modo che su questi siti gli studenti possano non solo divertirsi ma anche imparare qualcosa”.
Ancora non esistono specifiche chiare sulle caratteristiche di questo nuovo social network, si sa solo che sarà studiato in modo da favorire la collaborazione professore-studente, la collaborazione studente-studente, e che lo stato del Rajastan incentiverà il suo utilizzo per il reperimento di risorse utili allo studio e per la realizzazione di progetti collettivi.
Fino a poco tempo fa, parlare di school social network significava parlare di community incentrate sul rintracciare i vecchi compagni di scuola (sì, ancora più di Facebook). Siti come Classmates.com e Graduates.com possono rivelarsi una buona risorsa se il tuo obiettivo è riallacciare i rapporti con il tuo vecchio compagno di banco del liceo (o con la tua vecchia fiamma), ma forniscono ben pochi strumenti per aumentare l’esperienza didattica.
Esistono poi risorse che vengono erroneamente classificate come social network, quando in realtà sono più un’evoluzione social dei primi forum per studenti e non integrano a fondo l’architettura delle reti sociali con le funzionalità primarie del sito (fornire informazioni utili allo svolgimento dei compiti e al recupero di alcune materie).
Il progetto annunciato dal Rajastan apre invece una prospettiva diversa: non più un forum per studenti con un’impostazione social, tantomeno un social network per mantere gli studenti in contatto, quanto un autentico nuovo strumento educativo da affiancare a quelli già esistenti.
Un’ indagine condotta tra la University of Hong Kong e la University of Science & Technology of China, rivela che tra gli studenti dei campus universitari che usano i social network (almeno il 90%), la maggior parte se ne serve per stringere amicizie e consolidare i rapporti all’interno del campus, ma anche per costituire gruppi di studio all’interno della facoltà e condividere informazioni relative al programma accademico. Perché non cercare di usare questi strumenti anche prima dell'università?
A questo proposito negli ultimi anni sono stati lanciati dei social learning network, come OpenStudy e p2pu, che offrono allo studente la possibilità di entrare a far parte di una community di contatti, e quindi fornire e ottenere aiuto e conoscenze utili all’apprendimento.
L’idea proposta dal governo del Rajastan ha però una qualità ulteriorie: l’ integrazione delle piattaforme di social learning con i piani di studio istituzionali. Negli ultimi anni sono stati compiuti passi importanti nel campo dell’e-learning, come in quello dei social-network. Le nuove generazioni hanno una padronanza inedita delle reti sociali, ci dedicano una parte significativa del proprio tempo e mantengono in Rete gran parte delle loro relazioni sociali. Un social network che sappia integrare le funzionalità di Facebook, i meccanismi di Learning Management System di una risorsa come Moodle e che fornisca una piattaforma per condurre progetti didattici collettivi, mutuando magari dei meccanismi di risoluzione e ricompensa tipici dei giochi online, potrebbe rivelarsi uno strumento potenzialmente rivoluzionario nel campo dell’ educazione web-based. Se poi, come sembra stia per accadere in Rajastan, l’utilizzo di questo strumento verrà incoraggiato dalle scuole stesse, la rivoluzione potrebbe sfiorare anche il terreno dell’ educazione istituzionale.
Attenzione, però, sarebbe ingenuo pensare che la creazione di un simile social-network rappresenti una panacea per i perditempo e le persone con problemi di apprendimento. Torniamo per esempio alla classe di inizio articolo . È vero: l’ influenza sociale può avere un peso enorme nell’apprendimento, ma questo non significa che questo peso si collochi necessariamente sulla parte costruttiva della bilancia. Esiste una buona probabilità, in effetti, che il vicino di banco fannullone convinca il secchione a mollare sul banco la penna e prendere a dondolarsi anche lui in un ozio ristoratore. L’ago di questa bilancia, ovviamente, rimane la volontà personale dello studente di impegnarsi nello studio.
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