[Drepubblica 27/06/2011] Genitori che si preoccupano per le frequentazioni virtuali degli adolescenti, figli che spiegano ai nonni che per tenersi in contatto possono scrivere lettere elettroniche e parlare al computer come fosse una cornetta del telefono (tanto è inutile chiamarli "email" e "Skype"). Scene di vita digitale quotidiana. Alcuni esperti chiamano digital divide generazionale il solco apparentemente incolmabile tra i giovanissimi e le generazioni precedenti. In un recente studio Eurisko si legge che in Italia la fascia di età in cui Internet si diffonde più velocemente è quella dai 14 ai 17 anni. Ma già dai 45 ai 54 anni il dato si dimezza. Nello stesso studio si sottolinea come il divide nelle famiglie italiane è dato anche dal fatto che i genitori sono 1.0, cioè usano il web soprattutto per informarsi, mentre i figli vivono nell'era dei social network: 2, 3, 4.0... E oltre.
Così sembra difficile agli adulti tenere lontani i ragazzi dalla dipendenza tecnologica e dai rischi della rete. Tra i dati della ricerca “Bambini e nuovi media”, condotta nel 2010 per conto della onlus Terre des Hommes, emerge che solo il 18% dei genitori intervistati (con figli tra gli 8 e i 13 anni) ha una buona competenza e consapevolezza dei rischi e delle potenzialità dei nuovi strumenti di comunicazione. E solo questi riescono a dialogare meglio e insegnare ad avere un rapporto equilibrato con i media.
E tutti gli altri, più ansiosi o meno all'avanguardia? Antonella Peschechera, blogger esperta di cultura digitale e mamma di due bambini piccoli, rassicura: «Il mondo online non è diverso da quello “offline”. Se non posso evitare tutti i pericoli che si corrono uscendo da casa, non posso nemmeno essere troppo in ansia per ciò che potrebbe capitare navigando online». Peschechera è intervenuta all'incontro milanese per il portale In famiglia di Vodafone, lanciato a marzo. Una piazza virtuale aperta a tutti, per scambiarsi informazioni sulla gestione della vita multimediale: dalla salvaguardia della privacy (l'argomento più cliccato) al cyberbullismo, passando per i video dei comici Luca e Paolo. «Abbiamo scelto di mettere a fattore comune le nostre competenze, creare uno spazio di dialogo con esperti che risolvano i dubbi degli internauti. E aiutare i giovani a essere consapevoli delle opportunità date dalle tecnologie e dai social network», dice Manlio Costantini, direttore customer operations dell'azienda di telefonia.
E i meno giovani? Come aiutarli a vivere con meno ansie e fobie la spensierata navigazione online dei propri figli?
Ecco alcune regole base per superare il gap generazionale. Dai giovani ai meno giovani... E viceversa.
Con i figli: come aiutarli ad attraversare la strada (digitale)
Come detto dalla blogger Antonella, per insegnare ai figli a navigare su Internet basta ragionare allo stesso modo di quando insegnate loro ad attraversare la strada. In pratica:
1. Siate graduali. Si comincia portandoli per mano nel mondo digitale, con la necessaria pazienza.
2. Fiducia innanzitutto: non si può chiudere al traffico una strada per evitare gli attraversamenti pericolosi. Allo stesso modo imporre divieti nell'utilizzo dei social network o del web in generale non è realistico né produttivo.
3. A ognuno il suo tempo: non c'è un'età giusta per uscire da soli, così come non esiste per essere autonomi nel navigare.
Con gli adulti: è l'hardware che fa la differenza
Insegnare a spedire una mail o utilizzare una tecnologia mai usata prima a un adulto che ha sempre avuto uno stile di vita “analogico” può presentare degli ostacoli. Ma se fosse un problema di confidenza con la “macchina”?
La soluzione è: semplificare. Utilizzando tecnologie più intuitive e immediate, come i touch screen.
«Quando mio padre ha comprato un laptop per imparare da solo a navigare in Internet», racconta Antonella Peschechera, «mi sono resa conto che forse la tastiera e il mouse erano delle barriere».
Così, i tablet come iPad e simili diventano alleati non solo dei professionisti e dei manager, ma anche di chi, saltando il passaggio del computer, accede al web per la prima volta.
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