[TG1online 28/06/2011] ROMA - Una volta la calligrafia era un vanto. Si facevano gare e si riceveva un voto per questo a scuola. Ora, complici tastiere, computer e smartphone, scrivere in corsivo è diventata un'arte in via d'estinzione, un cimelio misterioso per le nuove generazioni, che usano sempre di più lo stampatello e stanno disimparando a scrivere. A rilevare il problema è la rivista della società italiana di pediatria, sulla scorta dell'allarme lanciato nei mesi scorsi da alcuni studiosi americani. Un fenomeno evidente in tutto il mondo. "Quando chiedo in aula di alzare la mano a chi scrive abitualmente in corsivo - spiega Jimmy Bryant, docente della Central Arkansas University - nessuno studente, ormai da anni, risponde e a malapena sanno leggerlo".
COLPA DELLE NUOVE TECNOLOGIE. La colpa è da imputare al fatto che si scrive sempre più con tastiere e smartphone, spesso in stampatello, e al fatto che in molte scuole si dedica sempre meno tempo all'insegnare a scrivere a mano e in corsivo. "In Italia il fenomeno è più limitato e coinvolge soprattutto i ragazzi, che scrivono poco e quando lo fanno, è in stampatello - rileva Alberto Ugazio, presidente della società italiana di pediatria - alle elementari si continua ancora a scrivere e usare il corsivo. Il che da un lato è una fortuna, ma dall'altro dimostra che il pc è scarsamente diffuso nella scuola primaria". A preoccupare non è però tanto uno stile di scrittura o l'altro, precisa Ugazio, ma il fatto che "si scrive sempre meno e in modo più povero, con un vocabolario molto ridotto e una minore complessità di linguaggio. Spesso chi scrive messaggi su pc e telefoni lo fa in modo così modesto che comunica in modo apparente e non reale".
L'IMPORTANZA DEL CORSIVO. Imparare a scrivere in corsivo "aiuta i bambini a perfezionare le loro capacità motorie - avverte Sandy Schefkind, terapista pediatrica dell'ospedale di Bethesda - la chiave è la destrezza, la fluidità, la capacità di dosare la pressione della penna sul foglio". Non solo. Il corsivo, da sempre, "è stata una fonte di arte e il passaggio allo stampatello - aggiunge Ugazio - significa una perdita di creatività".
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