[Gazzetta del mezzogiorno 24/10/2010] NARDÒ - Più interfacciati con gli altri ma molto più soli rispetto al passato. Gli adolescenti di Nardò non sono esenti dagli stress causati dall'overdose di tecnologia, proprio come gli adulti. Solo che loro sono internet-dipendenti "in potenza" e le famiglie, lo sport, la scuola, possono prevenire possibile problemi come la depressione e l'ansia. A parlarne davanti ad una platea di docenti e genitori è un giovanissimo medico, Pierluigi Parisi, autore di uno studio sperimentale dal titolo «Dipendenza da Internet negli adolescenti di scuola media» che rappresenta il primo lavoro italiano interamente basato su di un campione di soggetti frequentanti la scuola media inferiore.
«Mi sono interessato di internet - dice Parisi - perché oggetto della mia tesi di laurea in medicina e chirurgia, discussa nel mese di luglio all’Università cattolica del Sacro Cuore di Roma. Al policlinico Gemelli, del resto, c’è il maggior centro italiano per la dipendenza da internet».
La sede è quella del primo nucleo, scuola diretta da Carlo Longo. I 166 studenti che hanno collaborato appartengono, per un buon 65 per cento a famiglie agiate di professionisti o impiegati. I dati rivelano che la maggioranza dei ragazzini di Nardò sono border-line: esiguo il numero dei "dipendenti" da Internet (solo quattro), 63 i non dipendenti e ben 99 i "Piu" cioè colpiti da «problematic internet use».
Pierluigi Parisi
Dipendenza o "Piu" possono associarsi ad altre patologie o disturbi della personalità: un uso problematico di internet, che va ben oltre la veloce connessione quotidiana per controllare la posta elettronica, può essere la spia di un problema di dipendenza. Un fattore che sembra determinante per la dipendenza è il fatto di possedere un computer personale al quale accedere in qualsiasi momento; anche l'ansia che gli studenti testimoniano di provare è legata alla loro permanenza in "connessione". Se può consolare il tasso dei dipendenti o dei potenziali rispecchia quello degli altri paesi occidentali ai quali, però, il meridione rassomiglia solo quando si parla di dati negativi.
«Ci sono aspetti che posso definire interessanti - dice Parisi - non solo dal punto di vista clinico psichiatrico ma anche sociologico: le analisi volte a tracciare il profilo socio-economico sottese alla situazione di ogni studente sono indicative in tal senso. Alla base dell'opera c'è una analisi filosofico-antropologica che colloca la tematica della dipendenza in un orizzonte mondiale. Nardò, con questo lavoro, entra in questo contesto».
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