I social networks, in particolare Facebook e MySpace, stanno lentamente modificando le abitudini di socializzazione dei teenagers di tutto il mondo. Ma al contrario di quanto è lecito supporre, l’utilizzo continuo di questi strumenti non aiuta i ragazzi a uscire dal tipico riserbo adolescenziale, semmai tende a rinchiuderli sempre di più nel loro guscio.
Le ore trascorse a telefono, le uscite con gli amici la domenica, sono consuetudini in via di estinzione per milioni di adolescenti, ma anche pre-adolescenti: questo è quanto emerge dal sondaggio condotto dal Pew Research Center. Il sondaggio ha rivelato che quasi la metà dei teenager americani, di età compresa tra i 12 e i 17 anni scrive all’incirca 50 messaggi di testo al giorno, tra SMS, chat, e messaggi in bacheca, ma solo il 33 per cento ha un contatto diretto quotidiano con i propri amici. Solo pochi mesi prima la Kaiser Family Foundation aveva rivelato i risultati di un’altra ricerca, su un campione di ragazzi di età fra gli 8 e i 18 anni. I dati mostravano che questi adolescenti trascorrevano circa 7 ore al giorno sempre connessi, grazie a smart phones e computer.I dati sono circoscritti agli Stati Uniti, ma è lecito supporre che conducendo una ricerca su un campione più vasto, che includa anche i paesi europei, i risultati non sarebbero molto diversi. La tecnologia può cambiare la natura stessa delle amicizie: questa è la conclusione a cui sono giunti gli psicologi interpellati. Ma sarebbe solo il primo passo di un cambiamento più radicale, che porterebbe addirittura a cancellare figure formative per la crescita, come quella dell’amico di infanzia o del compagno di studi, a favore di una nuova forma di comunicazione più immediata, ma anche più fredda e distante.
Le amicizie che si formano nell’età adolescenziale contribuiscono a porre le basi per creare rapporti sani, una volta diventati adulti. Il contatto diretto è essenziale per aiutare i bambini a sviluppare il loro equilibrio, e permette loro di giocare con le emozioni in maniera formativa. Il pericolo è di vedere appassire queste figure tipiche dell’infanzia, e con loro svanirebbero anche tutte le funzioni di sostegno che guidano i bambini attraverso il passaggio nell’età adulta.
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