[Corriere della Sera 15/02/2010] MILANO — Un video-viaggio personale e interattivo dentro la comunità cinese di Milano, una delle più vecchie e importanti d'Europa. Si chiama Made in Chinatown ed arriva su Corriere.it lunedì: è il primo esperimento di documentario cross mediale (ovvero fruibile in modi diversi su più piattaforme) fatto in Italia. Il regista Sergio Basso, autore del film Giallo a Milano - presentato con successo al festival di Torino del 2009, nei cinema delle principali città italiane dal 18 febbraio, in Francia da marzo e in dvd dopo l'estate -, ha realizzato, insieme al produttore Alessandro Borrelli della Sarraz Pictures srl, 58 videoclip in esclusiva per Corriere.it: i primi 38 andranno on line lunedì, i rimanenti tra due settimane.
La vita quotidiana della chinatown milanese, i personaggi, i luoghi, le domande «scomode»che ricorrono nella mente degli italiani (e dei cinesi). Ognuno potrà crearsi un percorso interattivo e vedere il film come vuole. Viaggiando liberamente e trasversalmente tra una clip e l'altra: attraverso la mappa di Milano, attraverso i sedici personaggi del docu-web o attraverso gli archetipi che compongono il film. Si potrà far iniziare il proprio documentario cliccando su una via di Milano, spostarsi «geograficamente» per clip attraverso la mappa della città e vederla attraverso i luoghi dove i video sono stati girati. Oppure selezionare l'opzione «personaggi»: dei 16 raccontati in «Made in Chinatown» si potrà seguire l'intera vicenda passando da un clip all'altro attraverso le varie sottostorie in cui ciascuno di loro appare. Oppure ancora si potrà navigare per «temi»: scegliendo il viaggio, la donna, il vegliardo, la guardiana, il guaritore, il giovane eroe, la finzione, il gioco, il ponte, l'uomo adulto o il sacro pezzo di carta si viaggerà in un personale percorso video sul singolo argomento con la possibilità di passare ai clip correlati.
Ogni video è poi integrato, per chi lo voglia, da testi di approfondimento. Due ore di immagini divise in 58 clip da due minuti ciascuno con una veste grafica semplice e efficace: due ore da montare e rimontare come un grande video-puzzle che ognuno può vedere come preferisce. Made in Chinatown è un web documentario con cui approfondire una storia o esplorare i racconti della comunità cinese di Milano attraverso gli occhi dei cinesi stessi, passando per i luoghi in cui le storie sono state raccontate e vissute. «Compresa la Cina dove una parte del film è stato girato», dice Sergio Basso, 35 anni, sinologo, laureato in lingue e letterature orientali a Venezia prima di iscriversi al centro sperimentale cinematografico di Roma e diventare allievo di Gianni Amelio (è stato assistente alla regia de La stella che non c'è girato nel 2005 in Cina). «Se chi naviga si accorgerà di vedere la vita di persone come noi e non quella di una comunità di alieni sarà un successo — prosegue il regista che è partito per la prima volta per la Cina a vent'anni —. Non c'è nessuna comunità a Milano, ci sono 30 mila cinesi in Lombardia che provano a sfangarla, non hanno alcuna preparazione industriale, hanno delle difficoltà e vivono in una realtà con cui si integrano poco. Per non parlare delle seconde generazioni, dei ragazzini nati qui con genitori cinesi che si trovano a cavallo di due culture che non sempre riescono a dialogare». Il film-documentario prende l'avvio dalla guerriglia che scoppiò intorno a via Sarpi, nota come la Chinatown milanese, il 12 aprile 2007 tra trecento cinesi e venti gazzelle della polizia accorse in aiuto dei vigili. Come si è acceso questo astio? È possibile indagarlo e raccontarlo? È vero che la comunità cinese è così chiusa e refrattaria? Made in Chinatown prova a rispondere a queste domande. Col vantaggio che ognuno può provare a trovare la sua risposta.
Iacopo Gori
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