Rete Libera. Il "Provider Pirata" non funzionerà proprio come un normale servizio di connessione. Sarà un affare più complicato che chiamare Alice, Libero o Fastweb e chiedere un allaccio Adsl. All'utente sarà chiesto di occuparsi di eventuali malfunzionamenti del proprio collegamento. Dopotutto si tratta di una rete pirata e nessun altro al di fuori dei pirati deve metterci le mani. Gustav Nipe, membro del PiratPartiet e responsabile del provider con le tibie, è chiaro: "Questo è uno dei modi per non soccombere al Grande Fratello. Un provider pirata è necessario, non fosse altro che per mettere il sale sulla coda ai provider 'ufficiali'. Se non si comportano come dovrebbero, ci sarà sempre qualcuno pronto a prendere il loro posto". Il Provider Pirata ha già iniziato la sua attività, al momento in fase di test nell'area di Lund. Arrivare al resto del paese è un'operazione che dovrebbe richiedere non più di qualche mese.
Anonimi. ViaEuropa è la struttura alla base dell'ISP pirata, la stessa dietro il servizio iPredator, la rete privata collegata The Pirate Bay. E questo significa una cosa precisa: gli utenti non avranno nome e storia. Gli indirizzi Ip non saranno conservati, né il provider permetterà al governo svedese di monitorarli. In più non ci saranno "log" delle attività di rete, nessun registro di quello che accade attraverso i server del Provider Pirata. Un grattacapo per chi si occupa di sicurezza informatica e anche della commissione antipirateria svedese. Gustav Nipe non sembra curarsene, anche se Henrik Pontén, membro della commissione, dichiara che il Provider Pirata dovrà comportarsi come ogni altro fornitore di servizio e in caso di richieste da parte delle autorità fornire dati e dettagli sugli utenti. Ma dalla parte di Nipe, il toro ha già la testa tagliata: se non verranno tenuti registri, questi dati non esisteranno mai.
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