mercoledì 14 luglio 2010

Pentagono: istruzioni per l’uso dei social network

[Corriere della Sera 14/07/2010] MILANO – Non diffondere informazioni riservate, distinguere sempre con scrupolo tra comunicazioni private e pubbliche e, soprattutto, non dare confidenza agli sconosciuti: queste sono solo alcune delle raccomandazioni che il Pentagono diffonde nella più recente guida con tanto di glossario tecnico, dall’inequivocabile titolo: Using social media (Utilizzando i social media), in cui emergono con chiarezza le inedite simpatie del quartier generale della difesa statunitense per gli strumenti del web 2.0 e in cui viene data la definitiva approvazione all’utilizzo di questi siti dai computer dell’ufficio. L’embargo sui social media non ha più ragione d’esistere e i pericoli di violazione del segreto militare o di comunicazioni geografiche inopportune non giustificano il precedente atteggiamento bacchettone del Pentagono, a fronte di un’innegabile utilità delle piattaforme in questione.

ANALISI COSTI-BENEFICI - Dopo tanta diffidenza e un’esplicita campagna di disincentivazione dei soldati rispetto a blog e YouTube, l’apertura dei vertici della difesa è ormai conclamata. Nei mesi scorsi c’era già stato un precedente in questa direzione e un documento ufficiale rivelava una timida apertura verso l’uso di questi strumenti. Ma ora il via libera del Pentagono a Facebook per i soldati americani rappresenta una svolta certa e decisamente più esplicita. Nell’analisi costi-benefici i primi sono risultati vistosamente inferiori rispetto ai secondi: i pregi della comunicazione strategica, capillare ed efficiente che Facebook e Twitter consentono e l’appagamento delle truppe sul piano delle relazioni sociali e famigliari sono enormemente superiori ai rischi associati a un uso improprio della rete. Del resto ormai anche le spie hanno il profilo su Facebook, come dimostra la recente vicenda di Anna Chapman, e la lista di alte cariche politiche che cinguettano e aggiornano il proprio status è lunghissima.

LA LINEA PRECEDENTE – L’atteggiamento del dipartimento di Difesa americano fino a poco tempo fa veniva definito proibizionista in tema di internet e blogosfera. Da una parte c’erano l’esigenza di proteggere i soldati e i problemi tecnici legati alla banda larga, dall’altra parte, come notavano malignamente alcuni (come Electronic Frontier Foundation), poteva esserci un fondato timore di esternazioni poco lusinghiere sulle discusse missioni in Iraq e Afghanistan.

NEL FUTURO - Le truppe americane, e in generale i dipendenti del dipartimento della Difesa, potranno dunque utilizzare i siti di social network, sia per uso personale che per uso pubblico, con qualche cautela in più e senza mai perdere d’occhio le istruzioni per l’uso. Ma in questa apertura va registrato che non tutte le agenzie federali hanno le stesse regole: il Pentagono per esempio consente ai propri dipendenti il libero accesso ai siti web e ai social network, a eccezione dei siti pornografici e di gioco d’azzardo, ma non dispone ancora di un proprio profilo. Diversamente c’è chi, come il dipartimento della Sicurezza interna degli Stati Uniti, ha una pagina Facebook, ma vieta ai dipendenti, in modo contraddittorio, di accedervi dall’ufficio. Michelle Barrett, che ha curato il report ufficiale del Pentagono sull’uso responsabile della rete e dei suoi strumenti, fa notare come sia necessaria un’opera di armonizzazione delle regole all’interno dell’esercito, tenendo ben presente quanto siano preziosi i social network: «I media sociali regalano ai soldati americani l’opportunità e la capacità di raccontare la propria storia e al tempo stesso minano la credibilità dei nemici e inibiscono la possibilità di distorcere la verità».

Emanuela Di Pasqua

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