“Evviva Internet”, sembra dire l’amministrazione americana di Barack Obama. Il presidente degli Stati Uniti che più di tutti ha investito anche al tempo della sua campagna elettorale sul web 2.0 e sui social network è in prima linea nella promozione delle libertà che il web può garantire, attraverso la facilità di interconnessione e di organizzazione, e che può far nascere, come sta succedendo in tutti i paesi del Maghreb che si ribellano ai regimi autocratici che li governano.
ESTERI ED INTERNI – “La storia ci ha mostrato che la repressione spesso sparge i semi per la rivoluzione lungo la strada. Chi calpesta la libertà di Internet sarà in grado di trattenere il pieno impatto delle invocazioni del suo popolo per un po’ di tempo, ma non per sempre”: così parla Hillary Clinton, segretario di Stato Americano. Ma, commenta il magazine online Wired, chissà se gli Usa hanno intenzione di aderire alla linea Clinton.
Il discorso della Clinton arriva proprio il giorno dopo del voto della Camera dei Rappresentanti volto ad estendere fino all’8 dicembre tre controversi provvedimenti del Patriot Act. Le autorità hanno sequestrato oltre 18 domini internet senza dare ai proprietari dei siti pirata nemmeno l’occasione di difendersi.
Il Patriot Act è la controversa legislazione antiterrorismo che estende in maniera per molti incontrollata il potere dell’amministrazione di comprimere i diritti della privacy degli individui.
PATRIOT ACT – Alcune delle clausole della legge erano in scadenza. Il Congresso le ha di recente rinnovate e prorogate. E’ sempre Wired a raccontarci il contenuto delle norme.
La norma “intercettazioni scotanti” autorizza l’FBI ad ottenere intercettazioni da una corte dei servizi segreti, nota come FISA (Foreign Intelligence Surveillance Act court) senza identificare il bersaglio o senza che sia stabilito quale metodo di comunicazione debba essere intercettato. La clausola “lupo solitario” concede alla FISA la garanzia del monitoraggio elettronico di un soggetto senza alcuna ragione – anche senza mostrare nessun sospetto che il soggetto sia un agente di una potenza straniera o un terrorista. Il governo ha detto di non aver mai usufruito di una tale possibilità, ma l’amministrazione Obama ha detto di voler mantenere la possibilità di farlo. La clausola “registri di affari” permette alla Fisa garanzie di poter ottenere ogni tipo di registri, da quelli di banca, alle librerie ai medicinali, senza che il governo abbia a dichiarare che le informazioni volute siano connesse ad indagini di terrorismo o spionaggio.
POTERI D’INDAGINE – Non solo, continua Wired.
Inoltre, l’amministrazione Obama dovrà deporre davanti ad una sottocommissione della Camera riguardo al bisogno di espandere il Communications Assistance for Law Enforcement Act, che già richiede alle compagnie di telecomunicazioni e agli ISP di essere pronti ad intercettare le utenze. L’FBI vuole che il Congresso permetta l’utilizzo di questa stessa tecnologia per i servizi email sui Blackberry e anche per i social network e per i servizi peer-to-peer come Skype.
Secondo il New York Times, che ne parla, l’amministrazione sostiene che i nuovi poteri d’azione sono necessari dal momento che, con l’evoluzione tecnologica, i metodi d’indagine sono ormai obsoleti.
Le agenzie di sicurezza federale e i servizi di intelligence si preparano ad introdurre nuove restrizioni alla rete, sostenendo che la loro abilità ad intercettare sospetti terroristi e criminali sta “scomparendo” visto che le persone utilizzano sempre più la comunicazione online rispetto a quella via telefono.
ESIBIRE GLI ACCOUNT – Insomma, continua Wired: Obama predica bene quando si tratta di esteri, ma poi razzola male in casa? Per il governo, che pure si spende per la promozione della libertà di Internet nei paesi afflitti dalle autocrazie arabiche, la questione è di sicurezza nazionale. Tutto questo mentre al processo contro Wikileaks il governo ha richiesto l’esibizione dei log di tre account di tre utenti privati di Twitter, che si stanno opponendo con ogni mezzo legale alla richiesta dell’esecutivo.
Gli avvocati di tre utenti Twitter hanno chiesto al giudice di disattendere un ordine che costringerebbe il sito di social networking a consegnare i log degli account ai procurati che stanno investigando su Wikileaks per il suo ruolo sulla pubblicazione dei documenti governativi segreti l’anno scorso. Gli avvocati hanno inoltre adito il giudice federale, Theresa Buchanan, affinchè conoscesse dell’affidavit del governo che spiega perchè l’amministrazione ha bisogno dei dati di Twitter e di rendere pubblici tutti gli altri ordini analoghi ricevuti da altre compagnie di Internet.
Se l’estensione delle misure di sicurezza dell’amministrazione Obama andasse in porto, i server di Internet non solo non potrebbero opporsi alle richieste governative, ma dovrebbero predisporsi per intercettare al posto del governo, e su ordine delle autorità, qualsiasi utente.
Nessun commento:
Posta un commento