Cresce l'interazione tra il piccolo schermo e i siti di networking. Sempre più spesso la visione sarà un'esperienza collettiva. L'idea è riportare la televisione ai tempi in cui ci si incontrava per vederla di GIULIA BELARDELLI
I POPCORN, le caramelle e una stecca di cioccolato, nel caso la love story dovesse finire male. Silenzio assoluto, Jenny è pronta per l'inizio del suo telefilm preferito. Il televisore è collegato al computer, sintonizzato su Qlipso.com 1. Con pochi click verifica quante delle sue amiche stanno seguendo lo stesso rituale. "Bene, non siamo sole", commenta soddisfatta mentre si appollaia a gambe incrociate sul divano. Di lì a poco inizierà a chattare, parlare a voce e collegarsi in video con la sua "community" (altre teenager americane che vivono da un capo all'altro degli Stati Uniti). Potrà addirittura interagirci via avatar, nel caso tutto il resto le non dovesse bastare. Signori e signore, siamo di fronte al modo in cui, secondo alcuni, si vedrà la televisione nel futuro. Un'esperienza sociale che, nelle intenzioni di chi ci sta puntando, dovrebbe ricalcare i sentimenti di quando, più di mezzo secolo fa, la gente usciva per andare nei bar o nelle case dei vicini che se la passavano meglio per vedere un po' di "scatola magica".
Verso la "social vision". La stessa scena potrebbe ripetersi con una partita di football (ebbene sì, ci si scambia "il cinque" anche così) o per un canale di approfondimento (come la Newsroom della Cnn): persone distanti fisicamente che si ritrovano in rete per condividere la visione di un video sul web o, come nel caso di Jenny, sulla cara vecchia televisione. Il settore, ancora relativamente nuovo, è quello dei social network e delle applicazioni dedicate all'intrattenimento, in particolare nella sua forma video. Negli Usa il fenomeno sta crescendo rapidamente, al punto che numerosi blog e giornali specializzati hanno annunciato l'inizio di una nuova era: quella della "social vision". La rivista Technology Review del Massachusetts Institute of Technology, ad esempio, ha inserito la social tv nella lista delle dieci tecnologie emergenti più rilevanti del 2010, al fianco di innovazioni come il cloud computing, l'elettronica impiantabile e le cellule staminali pluripotenti indotte.
Il canale di Facebook. A far intravedere agli addetti al settore le potenzialità di questo approccio è stato il successo della condivisione di video sul social network per eccellenza. E l'abitudine di molti utenti ad aggiornare il loro status, qui come su Twitter, con una sorta di "telecronaca" dei propri consumi mediatici. Del tipo: "Sto vedendo l'ultimo film di Woody Allen", piuttosto che "Grande documentario sull'heavy metal su American Music Channel". Lo stesso gigante di Palo Alto è interessato al concetto di web-social-tv, come ha dimostrato con il lancio la settimana scorsa di Facebook Live 2, primo canale in streaming dell'azienda. Al momento l'applicazione, simile ad altre piattaforme video con messaggerie integrate, è ancora scarna e dedita esclusivamente alle comunicazioni interne al social network, con la possibilità per gli utenti di discutere sui contenuti (non sono mancati i commenti pungenti: "Avete bisogno di persone creative?", o un più diretto "A cosa serve?"). Al di là delle critiche, tuttavia, il canale è rappresentativo di quanto il mercato dei social media e quello dei video on e offline stiano cercando sempre più spesso dei punti di contatto.
Un film in compagnia. Una delle piattaforme che meglio rendono l'idea di cosa potrebbe accadere in futuro è Qlipso.com, opera dell'omonima startup israelo-americana. Il sito è cresciuto notevolmente dall'aprile scorso, quando ha acquistato Veoh 3, servizio di tv via internet che fa concorrenza a YouTube. Il sito consente di selezionare un video (film o show televisivo che sia) e invitare i propri amici a vederlo insieme in una sorta di stanza virtuale. Gli invitati possono essere scelti dai propri contatti sui social network, da Facebook a Twitter, da MySpace a Digg. Una volta creato il gruppo (come nel caso di Jenny e le sue amiche) la visione ha inizio, e con essa l'incontro virtuale degli spettatori. Il livello di interazione può variare da una semplice chat tra avatar a un filo audio diretto e continuo, per una pioggia più o meno intensa di commenti, risate o singhiozzi collettivi nel caso di film drammatici. Volendo ci si può spingere oltre attivando la funzione di videoconferenza: nella parte bassa dello schermo, accanto al video principale, appariranno le facce degli amici, così che anche le loro espressioni non abbiano più segreti. Lo sberleffo, poi, è totale se qualcuno viene pizzicato con la palpebra calante: un lusso non concesso a chi pratica la social tv.
Il cineforum virtuale. Come nella vita reale, a completare il rito della visione c'è tutta la fase del pre e del post. Quale film merita davvero? E qual è l'opinione di amici ed esperti sull'ultimo serial in uscita? Le risposte, in questo caso, vengono da una serie di applicazioni web disponibili anche sugli smartphone. GetGlue 4, ad esempio, promette di aiutarti a scoprire cosa potrebbe piacerti rovistando tra i gusti e le scelte tue e dei tuoi contatti. A questa dimensione la social tv aggiunge la possibilità del collegamento in contemporanea con amici o perfetti sconosciuti, tutti però sintonizzati sullo stesso canale. Commenti in diretta - per ora solo via chat - sono disponibili tramite servizi come Tunerfish 5, Philo 6e Miso 7. Aggiornando il proprio status, si riesce a sapere non solo chi dei propri conoscenti sta vedendo la stessa cosa, ma anche chi nel mondo ha gusti più o meno simili.
Come allo stadio, o quasi. I fan della social tv non hanno dubbi su quale sarà il settore destinato a rivoluzionare l'esperienza del video: lo sport. Negli Stati Uniti un esempio è Fanvibe.com 8, aggregatore di fan degli sport più vari, dal football americano al calcio, dal baseball alla pallacanestro. Il sito consente di fare il check-in a ogni partita a cui si è interessati, per poi entrare in contatto via chat con tutti i "presenti" allo stadio virtuale. E se la chat può non soddisfare i tifosi più calienti, per loro c'è Sofanatics 9 (un'idea finlandese nata con le ultime Olimpiadi invernali), piattaforma a metà strada tra social network e social tv. Previa registrazione, il sito permette di affiliarsi alla squadra del cuore, anche qui spaziando in un'ampia rosa di discipline. Per godere al massimo dell'esperienza online il requisito è che il team abbia raggiunto i mille fan: a quel punto la ola si alza e si ha la possibilità di vedere la partita in collegamento video con i propri amici. Uno scenario che se da un lato promette di ricreare almeno in parte l'atmosfera di un match in compagnia, dall'altro non potrà mai eguagliare la gioia di un abbraccio dopo un goal, magari in zona Cesarini.
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