giovedì 22 aprile 2010

Il sistema che rende tutti «taggabili»

[Il Corriere della Sera 21/04/2010] MILANO – Un nuovo tasto da aggiungere al proprio browser, per poter allargare l’opportunità di «taggare» ed essere «taggati» da Facebook agli altri siti. È l’idea di Taggable, il sistema appena inaugurato che con una semplice mossa (l’aggiunta del bottone «tag people») fa sì che la barra di navigazione usata per accedere alla Rete abbia d’ora in avanti un nuovo comando. Questo bottone, unito al proprio accesso a Facebook, permette di taggare noi e i nostri amici se siamo per esempio su Flickr esattamente come se stessimo navigando nel social network.

TUTTI TAGGABILI – Con Taggable dunque la privacy viene erosa nuovamente: il sistema dei tag, ovvero la segnalazione della nostra presenza (vera o finta) in un’immagine o in una nota, è ora possibile in molti altri siti esattamente come già accade su Facebook. Certo, per poter essere taggati è pur sempre necessario avere un proprio account su Facebook e resta comunque l’opzione – come avviene nel social network – di disattivare il tag inserito da qualcun altro. Ancora, come spiega TechCrunch, lo spam dovrebbe essere ridotto al minimo, trattandosi pur sempre di tag immessi da amici della nostra lista su Facebook. Una volta inserito il tag, questa segnalazione compare sia sulla homepage di Taggable sia nella propria pagina personale di Facebook ed è inoltre possibile ricevere segnalazione dei tag ricevuti anche via e-mail, così come la segnalazione può comparire anche nella propria pagina di Twitter. Chi ha un blog o un proprio sito, può sottoscrivere il servizio di Taggable e mettere nella sua homepage direttamente un bottone per taggare gli amici.

L’IDEA – Taggable è il primo progetto e prodotto di un nuovo incubatore di idee e start-up tecnologiche, The Start Project, nato lo scorso anno nella Silicon Valley da un gruppo di imprenditori e di esperti di internet già protagonisti di alcune riuscite operazioni nel web di seconda generazione. L’idea sfrutta le potenzialità di Facebook per amplificare la presenza personale in rete, una tentazione così diffusa tra gli iscritti al social network da far pensare che sarà un successo. In barba alla privacy.

Eva Perasso

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