[L'espresso 22/03/2010] Andate sul sito di Gowalla e osservate che cos’hanno fatto negli ultimi giorni le persone iscritte al servizio: un elenco vi dice i locali che hanno frequentato, le stazioni, gli aeroporti… Ci sono le foto, qualche commento… Si chiama “localizzazione” e sarà la protagonista di una nuova ondata di innovazioni in arrivo. Significa che il cellulare vi suggerisce i ristoranti, i cinema, i musei nelle vicinanze, ma soprattutto se in un locale dove state entrando, o in una piazza, un parco, un aeroporto, ci sono vostri amici da qualche parte. La localizzazione è la prossima scommessa del web perché si porta dietro un ricco business pubblicitario. Google sta migliorando la sua applicazione Latitude per l’iPhone, Apple sta mettendo a punto iGroup e così via. È il web 2.0 portato agli estremi sul cellulare: il desiderio delle aziende (in particolare i negozi) di identificare i clienti che passano nei dintorni si sposa con il desiderio delle persone di comunicare. Oggi il New York Times se ne occupa (l’articolo è qui) raccontando una serata ad Austin: alla fine di un concerto, migliaia di giovani decidono di muoversi seguendo i suggerimenti di Foursquare e Gowalla due applicazioni che ti segnalano non solo i centri di attrazione della zona, ma anche dove stanno andando i vostri amici. Non si segue più il flusso umano, ma quello elettronico. Certo è comodo scoprire con un clic se nei dintorni c’è qualche amico con cui chiacchierare o esiste qualche negozio che vende le scarpe che stiamo cercando e a che prezzo. Quello che preoccupa è la violenza con cui il “mercato” spinge verso l’abbattimento di ogni forma di privacy. Se l’ecologia della comunicazione evolverà nella direzione descritta sulla rete resterà traccia di ogni spostamento, di ogni acquisto, di ogni incontro dei milioni di abbonati che accetteranno questo tipo di servizi. Certo, il senso della privacy sta cambiando e non ci si può opporre a questa tendenza storica, anche se talvolta appare allarmante. Ma forse si può obbligare i detentori di certi servizi a cancellare i dati entro un tempo ragionevole. La rete è libera, ma non deve diventare il far west.
Nessun commento:
Posta un commento