giovedì 11 marzo 2010

Internet è libertà», la diretta dalla Camera

da Il Sole24ore.com


«Internet è libertà», la diretta dalla Camera

di David Weinberger

Oggi a Montecitorio il convegno «Internet è libertà, perché dobbiamo difendere la rete». Aprirà i lavori il presidente della Camera, Gianfranco Fini, poi la Lectio magistralis di Lawrence Lessig e diversi interventi. Sul Sole24ore.com la diretta, dalle 15. Nòva24 in edicola dedica la copertina e diversi approfondimenti al valore della Rete.

La libertà di internet riguarda la libertà nel suo complesso, non solo internet. La libertà della rete esce dai propri confini entrando nel terreno politico e culturale (se ne parla oggi a Montecitorio, ndr.). E noi discutiamo su come limitare internet invece di valutare come renderla più libera e aperta.

Abbiamo bisogno di avere chiaro in testa quali timori siano reali e quali siano solo le paure riflesse degli attuali poteri dal momento che la vita della democrazia si sta spostando rapidamente sulla rete. Il web permette alla democrazia di essere realizzata più pienamente rispetto al sistema dei vecchi media controllati dal centro. Internet consente già delle libertà prima sconosciute. Per esempio, come sottolinea Clay Shirky, ci permette di organizzarci senza organizzazioni. Se le istituzioni politiche organizzate ritengono che questo sia una minaccia, hanno ragione. E internet permette a tutti di diventare editori, decidendo quello che secondo loro è importante. Se i media la vedono come una minaccia, hanno anch'essi ragione.

Ma quanto è reale questa minaccia per il vecchio ordine? Abbastanza, dal momento che il movimento della democrazia sulla rete è radicato nella natura stessa della rete. Internet è disegnata per muovere tutta l'informazione in maniera uguale, indipendentemente dal contenuto o dall'orientamento politico. La voce di un singolo cittadino può essere ascoltata alla stregua del più potente magnate dei media. Tutto questo è frutto della natura di internet, pensata per connettere un numero enorme di punti in maniera efficiente. E la rete è stata pensata per non avere un centro...

L'architettura della rete riflette quindi i vecchi sogni della democrazia. Tutte le persone sono uguali. Tutte le idee hanno le stesse opportunità. Le barriere alla partecipazione civile sono state abbassate. Il problema è capire se noi contrasteremo questi sogni o se combatteremo per esaudirli. In ogni caso abbiamo un confronto davanti a noi.
Perché un governo dovrebbe contrastare gli impulsi democratici connessi alla rete? In primo luogo alcuni governi sono preoccupati che internet possa rendere pubblico del materiale che corrompa la cultura nazionale o i giovani. Questo è vero, poiché internet rende disponibile ogni cosa. Ma ogni governo si è già dotato di leggi che proibiscono contenuti del genere. Così le aziende che ospitano contenuti caricati dagli utenti non sono ritenute responsabili. Nessuna azienda sana permetterebbe agli utenti di dialogare se fosse responsabile per ciò che gli utenti dicono. Un'internet senza il contributo degli utenti è tv. È per questo che tutto il mondo guarda alla sentenza italiana contro Google.

In secondo luogo alcuni governi temono che la rete sia utilizzata dai terroristi e quindi non vogliono che le conversazioni siano anonime. Ma i terroristi usano anche i telefoni e le radio. Bastano dieci minuti su Google per trovare i modi per comunicare sul web in maniera anonima. Le leggi contro l'anonimato in rete privano quindi i cittadini rispettosi della legge di una rilevante fetta della loro libertà, senza peraltro ostacolare terroristi o altri criminali. L'anonimato non è solo per i colpevoli. È anche per le persone libere.
Ma c'è ancora molto lavoro da fare. Internet potrebbe essere il medium perfetto per la democrazia, ma non c'è automaticità. Come sottolinea Lawrence Lessig, si può alterare profondamente internet cambiando il suo codice o le leggi.

Un governo potrebbe, per esempio, costringere gli internet cafè a registrare i passaporti dei propri clienti. Un giudice potrebbe minacciare di arresto i responsabili di aziende che pubblicano contenuti controversi. O le nazioni potrebbero lavorare insieme per imporre rigidi controlli sul copyright, distruggendo così il giovane ecosistema dell'informazione dal basso.
Gli ostacoli non mancano. Tutti possono fare il loro sito web, ma un colosso media raggiungerà molte più persone. Abbiamo bisogno di soluzioni per questo problema eterno perché abbiamo bisogno della democrazia.

E per realizzare i sogni della democrazia dobbiamo andare contro la stessa natura umana.
Se abbiamo paura che idee rozze si propaghino tra i cittadini, dobbiamo fare in modo di educarli, non di proibire la diffusione di tutte le idee. Se abbiamo paura che idee false siano facili da raggiungere, dobbiamo fare in modo che le idee false siano contraddette e le buone idee approfondite.

Davanti a noi ci sono quindi due sfide. Una è una battaglia contro internet, ma nei fatti è la vecchia battaglia contro il consolidamento della democrazia. L'altra è la sfida per garantire che un medium adatto in maniera unica alla democrazia nei fatti realizza il suo sogno. Perché quel sogno è il sogno della democrazia stessa.






O




Nessun commento:

Posta un commento