martedì 2 agosto 2011

Facebook: "L'anonimato online è pericoloso", Google concorda

[La Stampa 29/07/2011] NEW YORK
Randi Zuckerberg, il direttore marketing di Facebook, nonché sorella del suo fondatore Mark, ha dichiarato guerra al bullismo su Internet e ha intenzione di fare tutto il possibile per impedire che le persone facciano qualcosa sul Web senza il proprio nome ben in vista.

Il social network richiede a tutti i suoi utenti di registrarsi con il loro vero nome e la propria e-mail personale - una regola che è sempre stata molto difficile da mettere in pratica, lo dimostrano i numerosi account cancellati e i nomi fittizi su Facebook. Secondo il direttore marketing, mettere fine all'anonimato online potrebbe aiutare a mettere un freno al bullismo e alle molestie su Internet.

La Zuckerberg non ha offerto esempi pratici di iniziative a breve termine, ma durante un meeting che aveva come tema i social media tenuto martedì dal magazine Marie Claire, ha dichiarato: «Penso che l'anonimato debba sparire. Il comportamento delle persone è migliore quando hanno il loro nome in bella vista, penso che la gente si nasconda dietro l'anonimato e pensi di poter dire tutto quello che vuole a porte chiuse», ha commentato.

L'ex amministratore delegato di Google, Eric Schmidt, ora presidente del gigante informatico, ha anche lui convenuto che «l'anonimato è pericoloso».

Lo scorso weekend. Google+ ha fatto infuriare alcuni dei suoi oltre 20 milioni di utenti, sopprimendo degli account perché contravvenivano alle sue regole sui nomi. Da Google+, infatti, sono scomparsi - o meglio sono stati «congelati» - migliaia di account, perché associati a nomi di fantasia, a pseudonimi, o a nomi troppo lunghi. Google vuole solo iscritti che utlizzano nomi reali.

Alle proteste degli utenti per la poca chiarezza delle regole del social network che impongono agli utenti «di utilizzare il nome con cui famiglia, amici e colleghi ti chiamano normalmente», Bradley Horowitz vice direttore del social network, ha risposto che Google «sta cercando di migliorare il modo in cui tratta casi del genere, in particolare il modo di notificare la contravvenzione delle regole del social network agli utenti e di comunicare loro le alternative a disposizione».

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