lunedì 9 gennaio 2012

Ora Twitter sale in cattedraMaestra, posso cinguettare? In alcune scuole francesi gli insegnanti si affidano a Twitter per insegnare ai bambini a legg

[Corriere della Sera 09/01/2012]
Maestra, posso cinguettare? In alcune scuole francesi gli insegnanti si affidano a Twitter per insegnare ai bambini a leggere e scrivere. 140 caratteri si adattano perfettamente all’età degli alunni, sostengono gli educatori. «Apprendono presto che la scrittura su carta rimane, mentre sul pc si può cancellare. E questo elimina la colpa dell’errore, dello scrivere male e permette di sperimentare senza paura».

Twitter a scuola
COMPITI DI SCUOLA - «Chi vuole leggere ad alta voce?», chiede la maestra. E tutti alzano la mano. Forse altrove a questa richiesta molti scolari avrebbero fatto orecchie da mercante, cercando magari di nascondersi dietro ai compagni seduti nel banco davanti. Non accade così nella scuola privata Immaculée Conception di Seclin, a nord della Francia. Qui i bambini di sette anni premono per poter fare l’esercizio. Già, perchè gli alunni possono leggere dal servizio di messaggistica Twitter, e ciò è molto più «fico» dei tradizionali libri di testo. Su Twitter ci sono anche immagini, ma questo non diminuisce affatto l’interesse per lo scritto, anzi così facendo si esercitano in scrittura e lettura, ha spiegato la maestra Céline Lamare all’AFP.

LA LAVAGNA È UNO SCHERMO - L’esperimento del social network nella scuola primaria d'Oltralpe è iniziato a settembre: la giovane insegnante ha infatti introdotto nella lezione di lettura i messaggi brevi da 140 caratteri, i cinguettii. Entrata in classe non apre la lavagna nera, come accade ogni mattina in altre scuole, ma accende uno schermo gigante sul quale vengono visualizzati i tweets di altre classi in Francia, Belgio e Canada. I piccoli allievi di Seclin redigono poi delle brevi risposte, che dapprima devono trascrivere sui loro quaderni e infine far correggere alla maestra. «Buongiorno, mi chiamo Elise, vivo a Seclin e ho sette anni», scrive un’allieva. «I 140 caratteri di Twitter si adattano bene alle loro esigenze didattiche», dice l'insegnante. Inoltre, il servizio di messaggistica breve costringerebbe i bambini a pensare ai loro «lettori» e darebbe di conseguenza maggiore senso all’esercizio. «Si può twittare con altre classi, perciò ci si impegna di più», dice la piccola Valentine. Insomma, i bambini hanno meno inibizioni quando scrivono sul computer.

Lavagna-schermo
«TWITTCLASSI» - Progetti scolastici in cui si usa il servizio di microblogging per imparare a leggere e scrivere esistono anche in altri Paesi, tuttavia, perlopiù nei trienni superiori. In Francia, il sito che censisce le «Twittclasses» ne calcolava in primavera appena 25, arrivate nel frattempo a 129, di queste 39 alle scuole elementari. Dal momento che i giovanissimi crescono in ogni caso con i computer, lo schermo in classe non distrare dall’apprendimento, è dell’avviso la maestra Lamare. Al contrario: «Se non hanno uno schermo davanti a loro, non seguono la lezione». I suoi allievi hanno talmente tanta familiarità con il computer che arrivano a scuola con una chiavetta Usb già caricata di foto da spedire ai loro follower via Twitter.

Elmar Burchia

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