Sta accadendo a Torre Annunziata. Il comune campano ha deciso – in seguito ad una proposta dell’artista multimediale Salavtore Sparavigna – di coinvolgere i senza tetto in un articolato progetto editoriale, il cui culmine consiste – per l’appunto – in una Web TV realizzata da e per i clochards.
Il re-inserimento nel mondo “ordinario” di donne e uomini che – per diverse ragioni – si sono allontanati dalle dinamiche che connettono gli esseri umani alla società in cui vivono, deve partire necessariamente dall’educazione al multimediale. Il nostro mondo è fortemente caratterizzato dalla presenza della Rete, con tutto ciò che essa implica e comporta; per tanto non solo è giusto, ma è necessario relazionarsi ai clochards consegnando nelle loro mani i nuovi mezzi di cui il mondo si serve; perché imparino ad utilizzarli e – magari – a rientrare attraverso di essi nelle dinamiche sociali.
Al giorno d’oggi, non sapere cos’è Internet, come si usa, quali sono le caratteristiche preponderanti del mezzo, equivale ad essere dei disadattati, degli esuli in patria. E non perché sia Internet sia di fondamentale importanza per la sopravvivenza, ma perché non si può prescindere dalla conoscenza del mezzo, così come non si poteva prescindere dalla consapevolezza di cosa fosse il “telefono” dopo la sua invenzione.
A monte di quest’iniziativa, c’è una percorso fotografico – ideato dallo stesso Sparavigna – in risposta ad una provocazione: Se la mia strada fosse stata un’altra?
Negli scatti del fotografo torrese si riconoscono, travestiti da clochards, volti noti della televisione, del teatro, della musica e dello sport napoletano.
Da Rispo a Carpentieri, da Colasurdo a Peppino di Capri, da Rosolino a Gragnianiello, sono in 12 ad essersi prestati a vestire – per qualche ora – i panni di un senza tetto.
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