Oltre alle misure imposte dalla legge per la tutela dei minori, i genitori devono imporre limiti precisi e seguire l’attività dei propri figli su internet, anche la scuola deve cercare di indirizzare ed intervenire sul minore con un programma di sensibilizzazione del problema. Molte volte i bambini sono pieni di curiosità e non sono consapevoli delle conseguenze delle loro azioni o sopratutto del contesto in cui si trovano. Gli strumenti messi a disposizione dalla rete e dai cellulari possono essere utilizzati da adulti potenziali abusanti per entrare in contatto con ragazzi e ragazze. Nella Grande Ragnatela Mondiale del Web le regole vengono facilmente eluse e solo i genitori mantenendosi sempre aggiornati possono seguire e guidare i figli. Si potrebbe arrivare a temere che Facebook diventi un’ossessione per i giovani, infatti solo il 3% dei ragazzi tra i 18 e i 30 anni non ha un profilo su Facebook. Facebook non deve diventare per gli adolescenti una vera e propria droga. Esistono anche dei social-network dedicati ai minori: Toghetherville, Star Doll e MyPagee.
Il “grooming” più dettagliatamente, è il fenomeno in cui l’adulto potenziale abusante, induce gradualmente la potenziale vittima (bambino/a o ragazzo/a) a superare le resistenze attraverso tecniche di manipolazione psicologica.
Si ricorda anche, che esiste una nuova legge contro l’adescamento online che introduce i reati di adescamento dei minori anche attraverso Internet. Infatti, i reati di pedofilia e pedopornografia culturale o di istigazione sul web, secondo il nuovo articolo 414 bis del codice penale verranno puntiti con un periodo di detenzione dai 3 ai 5 anni.
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