martedì 7 gennaio 2014

Social network e lettura: quale rapporto?

[Mondolibri 04/01/2014]
Non è affatto vero che i giovani leggano di meno per colpa di Internet: leggono in maniera diversa, questo sì. I social network come Facebook e Twitter hanno contribuito, comunque, ad abbassare il livello di attenzione e questo lo si nota soprattutto nello scrivere. Non è che si legga di meno, pertanto, ma si legge male.
Sui social network, infatti, si trovano brevi frammenti di testo, come gli status, i commenti, tweet, gli emoticon, i messaggi scambiati via chat e via dicendo. Il problema con Internet nasce quando si deve affrontare un testo più lungo e con un contenuto ben preciso. Commenta Ethna Gaitán, psicologa dell’IPLER – centro colombiano per il miglioramento della lettura veloce e della comprensione dei testi:
È un problema di concentrazione. La rete distrae, così che mentre si legge un testo non vi si presta l’attenzione al cento per cento e, di conseguenza, la comprensione delle idee si riduce di molto.
E poi continua:
Si possono anche leggere testi lunghi, ma bisogna avere la necessaria capacità di concentrazione per comprenderli e farli propri. Tutto dipende dall’interesse che suscita l’argomento della lettura.
Di fatto succede che mentre si sta leggendo un testo online, arriva l’amico che ti saluta via chat, ci sono una decina di Tweet con quell’hashtag che stai seguendo e un paio di persone che conosci aggiornano il proprio stato su Facebook. Tutto questo distrae e le idee che il testo trasmette non sono pienamente comprese da chi le sta leggendo.
Questa nuova modalità di lettura comporta quattro conseguenze principali:
  1. impoverimento del vocabolario: i più giovani – che sono i più esposti ai problemi di comprensione della lettura – fanno uso di poche parole che sono, poi, sempre le stesse con un effetto abbastanza lampante: meno parole si usano e meno ancora saranno quelle che si potranno comprendere;
  2. si preferisce il riassunto al testo originale: invece di cercare un libro – sia esso cartaceo o digitale – si prediligono i riassunti del libro stesso, su Google o Wikipedia o forum vari. In tal modo si perdono tutta una serie di dettagli che solo nei libri si possono scoprire grazie a una lettura tranquilla e cosciente del testo;
  3. pessima ortografia: la buona ortografia prima era quasi un segno distintivo di dilegenza e preparazione, mentre ora sembra non necessaria e, addirittura, simbolica. È tutto concatenato: se non si comprende quello che si legge, si scrive velocemente e senza curarsi delle regole, il risultato ovvio è che la grammatica e l’ortografia diventano irrilevanti, con tutto quel che comporta una tale deriva;
  4. mancanza di argomentazione nei propri testi: sebbene sembri ovvia, la conseguenza più grave di tutto questo è la mancanza di capacità di costruire testi decenti quando ce n’è bisogno (una tesi di laurea, per esempio). Lo scrivere bene si fonda sul leggere bene, sull’avere un vocabolario ricco e sul sapere collegare tra loro le idee; tutto questo è stato intaccato dalla rapidità e dall’immediatezza dei testi reperibili in rete.
C’è soluzione? Certo! Basta spegnere il computer e aprire un libro. Ci vuole solo un po’ di coraggio, nulla di più.

Roberto Russo

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