Non dev'essere un caso che, in Italia, circa il 45% dei possessori di smartphone ritenga che le applicazioni aiutino a migliorare la propria vita. Oltre il 74% degli italiani possiede fino a 30 applicazioni, con una leggera prevalenza degli uomini (79%) sulle donne (69%). Un amore digitale che si rinnova di continuo (circa il 35% le usa almeno 2-3 volte ogni giorno) e che pervade ogni fase della giornata: oltre il 34% degli utenti utilizza le proprie app a casa, il 20% in viaggio, l'11% sul lavoro.
L'importante, in ogni caso, è avere l'applicazione giusta al prezzo giusto. Circa il 43% degli intervistati, nello specifico, ammette di scaricare unicamente app gratuite. Le più scaricate sono i videogiochi (39%), seguite dalle app relative ai social network (32%), alla musica (31%) e ai servizi (30%). Le più utilizzate sono invece quelle correlate ai servizi (33%), ai videogiochi (26%), ai social network (25%) e alla musica (21%).
Passioni regionali. I singoli dati regionali della ricerca Nokia individuano anche i caratteri di massima di ogni zona d'Italia, giocando più volte con lo stereotipo. Si scopre così che in Campania il 41% degli intervistati scarica di frequente applicazioni musicali. Oppure che in Lombardia prevalgono i videogiochi, con circa il 40% degli utenti interessati al gaming su smartphone. Il Piemonte si assicura il primato della regione più parsimoniosa, con il 54% che scarica unicamente applicazioni gratuite. La Sicilia è invece la terra degli infedeli, con il 39% che ammette di eliminare un'applicazione non appena ne scopre una simile ma migliore.
Un mondo di app. Gli stereotipi da app non valgono solo per le regioni italiane, ma anche per gli altri nove paesi coinvolti nella ricerca. Secondo i dati Nokia, nei consumi dei brasiliani prevalgono le applicazioni musicali (42%), mentre i tedeschi prediligono le applicazioni utili (29%), come sveglie o torce digitali. Gli indiani sono i più fedeli alle proprie app (14%), in quanto affermano di usare tutte quelle installate sul proprio smartphone, laddove gli inglesi si distinguono al contrario come i più indifferenti (23%).
Tra tutti gli intervistati, i brasiliani sono risultati i più "connessi", mostrando una rara passione (45%) per i social network, mentre i singaporiani hanno dimostrato di amare i videogiochi (49%) più di ogni altro genere. In Cina si registra infine il primato dell'accesso alle notizie, che i cinesi consumano su smartphone più di qualsiasi altro gruppo nazionale.
Sei profili in cerca di app. "I dispositivi ci consentono di condividere pensieri, gusti e desideri" spiega il professor Trevor Pinch, docente di Scienze e Tecnologia alla Cornell University. "E un tale livello di intimità fa sì che, a volte, essi ci conoscano meglio che noi stessi". Proprio basandosi sulla ricerca Nokia, il professor Pinch ha stilato una guida agli "AppiType", tracciando sei diversi profili di consumatori di app.
Si parte dal classico "Appthusiast", colui che intorno alla tecnologia basa il proprio stile di vita, per arrivare al "Live Wire", l'appassionato di sport che porta sempre con sé il proprio smartphone. A seguire, l'artistico "Creator", definito come "il Picasso delle applicazioni", e il cosiddetto "Appcentric", figura in giacca e cravatta che non potrebbe fare a meno delle sue applicazioni per il business. Infine, emergono le figure del "Connector", che vive connesso ai social network, e dell'"Apprentice", ovvero dell'utente con scarsa esperienza, in genere più avanti con l'età, che tenta in ogni modo di recuperare il gap tecnologico. "Come per le auto - spiega il professor Pinch - la scelta delle app è molto personale e rivela non solo le caratteristiche di un individuo, ma anche le sue aspirazioni". Noi siamo ciò che scarichiamo, appunto. E chissà cosa ne direbbe D'Annunzio.
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