[09/10/2012 My Tube Enrico Franceschini - Repubblica.it]
Uno studio pubblicato in Gran Bretagna dà l’allarme con accenti ancora
più gravi del solito su un tema ampiamente dibattuto: i danni che la
televisione può causare ai bambini. Nella ricerca condotta dal professor
Aric Sigman, un noto psicologo, per la rivista Archives of Disease in
Childhood, si afferma che la crescente ossessione dell’infanza per tivù,
computer e video giochi può causare danni allo sviluppo mentale e
problemi fisici a lungo termine. Secondo dati citati dall’autore, un
adolescente inglese passa sei ore al giorno davanti a uno schermo, senza
contare la scuola; negli Stati Uniti la media è otto ore al giorno. Lo
studioso ritiene che in particolare nei primi tre anni di vita di un
bambino, quando per uno sviluppo sano del cervello occorre interagire
“faccia a faccia” con i genitori (non con uno schermo), la televisione e
altri mezzi di intrattenimento digitali dovrebbero essere messi
completamente al bando, cioè portati a zero ore; e che il tempo dedicato
a tivù, computer, tablet e telefonini debba poi crescere gradualmente
fino a un massimo di due ore al giorno per i ragazzi al di sopra dei 16
anni. La sua ricerca calcola che quando un bambino inglese compie 7 anni
di età, avrà già trascorso un anno intero di 24 ore al giorno guardando
tivù, computer o videogames, e quando ne compie 18 avrà trascorso
davanti a uno schermo tre interi anni della sua vita. Non tutti gli
esperti concordano con la preoccupazione espressa da Sigman (e riportata
oggi in prima pagina dal quotidiano Guardian di Londra): per esempio
Dorothy Bishop, docente di sviluppo neurospicologico all’università di
Oxford, sostiene che le sue tesi non contengono nuovi dati e che
l’impatto dello schermo sullo sviluppo cerebrale da lui descritto è
soltanto una supposizione, “si potrebbe concludere in modo analogo che i
bambini non dovrebbero leggere libri”. Ma tutti concordano che uno
stile di vita sedentario per bambini e adolescenti è tra le principali
cause di obesità e disturbi cardiaci.
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