lunedì 25 luglio 2011

Come influenzano i social network

[La Stampa.it 24/07/2011]
Nel dibattito online dell’Economist sul futuro del giornalismo, Nicholas Carr sosteneva che Internet lo peggiora e Jay Rosen che lo migliora. Alla fine ha vinto il punto di vista del professor Rosen. E’ vero che Internet danneggia il modello di business dei media tradizionali, ma migliora il giornalismo: perché abbassa i costi e apre il mercato, fa arrivare ovunque le notizie, offre nuovi strumenti a chiunque li voglia e cambia l’equilibrio del potere tra utenti e giornalisti; il pubblico si è ripreso il controllo a colpi di clic.

Come raccogliamo, filtriamo e distribuiamo le notizie coi social network cambia, perché i nuovi media sono «orizzontali»: cioè le news non arrivano più solo dai reporter che le scrivono, dall’alto al basso, ma emergono da un ecosistema in cui giornalisti, fonti e utenti si scambiano le informazioni in maniera orizzontale. Secondo i dati Pew/Nielsen, già oggi il 30% dei visitatori dei siti dei giornali arriva dall’aggregatore Google News, ma per Josh Nieman, del laboratorio di giornalismo di Harvard, grazie alla facilità d’uso dei bottoni «condividi» o «mi piace» cresce a vista d’occhio l’audience di Facebook e simili.

Alcuni giornali (tra cui LaStampa.it) mettono in evidenza per i loro lettori gli articoli raccomandati dai loro amici. E secondo Liz Heron, «social media editor» del New York Times, gli stessi giornalisti sono più inclini a guardare blog, Facebook, Twitter e gli altri social media come un valore aggiunto rispetto ai media tradizionali: un cambio di atteggiamento prezioso per i giornalisti che vorranno restare in testa al cambiamento.
Anna Masera

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