lunedì 23 maggio 2011

Bauman, «Noi ai tempi di Facebook»

[Ottopagine 21/05/2011] Avellino- Facebook come paradigma delle relazioni interpersonali nel mondo contemporaneo è questo il messaggio che ha voluto lasciare al pubblico avellinese Zigmunt Bauman. igmunt Bauman, uno degli intellettuali più noti del pianeta, ha rappresentato una memorabile ciliegina sulla torta all'ultima edizione de' 'Il borgo dei filosofi' e delle celebrazioni per il 150enario dell'unità d'Italia promosso dall'ente Teatro e dall'Assessorato alla Cultura del Comune di Avellino. Un incontro che è atteso in Irpinia da oltre tre anni e che per via di una serie di sfortunatissime circostanze è stata rinviata in più occasioni. Questa voltala maledizione si è sfatata.

Il professor Aniello Montano, direttore del dipartimento di filosofia dell'università di Salerno, introducendo Bauman ha parlato di: “Un incontro di grandissima importanza, ci mette in contatto con una delle menti più lucide nell'analizzare la società contemporanea, uno dei grandi maestri del nostro tempo”.

Il grande merito del sociologo dell'Università di Leeds, secondo Montano è quello di: “Cercare di comprendere le motivazioni profonde della configurazione delle società, andando oltre un approccio descrittivo delle relazioni umane, ma, sorretto da forti categorie filosofiche, ha cercato di capire non solo come vanno le cose, ma perché vanno così. È filosofia quella di Bauman”.

Il professor Montano ha giustamente evidenziato che: “La categoria forte, in Bauman, è l'individuale. Egli ha saputo cogliere i cambiamenti del tipo di individui del nostro tempo, non più produttori, ma consumatori. Individui che nono costruiscono un futuro, ma che vivono i un perenne presente”.

Colpito dal calore della platea Avellinese. Bauman, ha premesso come come la filosofia italiana ha segnato la sua crescita. La lezione è stata incentrata sull'opposizione tra la categoria della segretezza (privacy) e vicinanza, due categorie che coesistono nella vita di ogni persona, assieme un'altra coppia quella dell'appartenenza e dell'autonomia, che si riconducono all'opposizione tra sicurezza e libertà. È quest'ultima coppia il nocciolo del discorso intavolato da Bauman, trattandosi di: “Un dualismo che è fondamentale la sicurezza senza libertà porta alla schiavitù, l'opposto, invece, ad un individualismo sfrenato”.

Ma come spiegare questa accoppiata di opposti? La risposta del pensatore è semplice, attraverso: “L'invenzione del 21esimo secolo sono i social-network. Soprattutto Facebook. Un successo clamoroso per numero di utenti e guadagni. Ogni iscritto trascorre, in media, quasi un ora al giorno. Il social-network, nasce da un'esigenza diffusa nella società. Mark Zuckerberg, proprietario di Facebook, diventato uno degli uomini di maggior successo degli ultimi anni, è stato bravo a far diventare questa domanda realtà”.

In fondo il successo di Facebook, ha spiegato: “Parte dalla paura della solitudine, il voler essere visibile, tornare al centro dove c'è azione e movimento”. Un aspetto un particolare lo ha colpito: “Si può essere in contatto, chiamare amici, persone che abitano dall'altro lato del pianeta. Allo stesso tempo gli amici che dovrebbero essere più prossimi, si riducono ad una relazione via chat. Ci sono naturalmente diversi tipi di amicizie, più solide e impegnative, o più superficiali”.

Qui Bauman fa emergere la grande differenza imposta dall'utilizzo di internet, come 'spazio' per coltivare le relazioni umane: “L'attività su Facebook è quella di un network, una rete, che è un qualcosa molto diverso da una comunità. La comunità è caratterizzata da regole, da un'appartenenza, dei riti di accesso al gruppo e non si è liberi di lasciare. Il network invece appartiene al singolo, non c'è il piacere di incontrare le persone. Le persone si possono cancellare e aggiungere quando vogliamo, basta premere un tasto. Un grande senso di libertà, nel network, che si oppone alla sicurezza fornita dalla comunità”.

Quello che è scomparso, ha evidenziato: “È il concetto del segreto che prima serviva a legarmi ad un altro individuo, obbligava alla relazione. Su Facebook, tutti conoscono la mia vita privata, è messa in vetrina. Non è più lo Stato che entra nelle nostre vite, siamo noi a farlo. Abbiamo dimenticato ciò che prima era invisibile ai nostri occhi, la nostra parte più intima, adesso siamo chiamati a esporre tutto ciò che era tenuto solo per noi. Usciamo dall'invisibilità e diventiamo personaggi pubblici, come facevano solo i vip, fino a poco tempo fa.”

L'utilizzo dei social network, nasconde un cambiamento più profondo, di cui il sito di Mark Zuckerberg è stato solo un veicolo, ha concluso Bauman: “Tutto questo nasce dalla mercificazione, dal vendere tutto, anche noi stessi. Siamo tutti clienti e venditori allo stesso tempo. In questo contesto facciamo molte azioni a caso, senza programmare. Facebook è solo uno strumento di una strategia che segue la stessa logica del mercato, in cui c'è chi compra e chi vende e noi stessi siamo un bene di consumo, di scambio, che si vende facilmente. L'individuo fa tutto ciò perché vuole essere al passo con i tempi, è un obbligo, è prigioniero di questa logica”.

Mario De Prospo

Nessun commento:

Posta un commento