martedì 23 novembre 2010

I social network rovinano il web, parola di Tim Berners-Lee

[23/11/2010 HostingTalk]

Si scaglia contro i walled garden di qualsiasi livello, Tim Berners-Lee, in un articolo di Scientific American, in pubblicazione sul prossimo numero della rivista. L'articolo si chiama "Lunga vita al web", ma ha pochi toni ottimistici verso l'evoluzione di quello che in principio era solo una serie di pagine con semplicissimi link. Tim Berners-Lee ricorda l'importanza della rete, ma al tempo stesso dice che il Web rischia di divenire un dominio mantenuto da pochi proprietari, interessati a privilegiare ed arricchire esclusivamente la loro parte della rete, singoli siti o network abbastanza grandi da contenere milioni di utenti.

Il riferimento ai social network è esplicito: questi siti, secondo l'inventore del www, sono di fatto dei contenitori di informazioni, vivono e crescono con i dati degli utenti, ma non lasciano nulla al Web in termini di informazioni accessibili dall'esterno: in sostanza un comportamento "chiuso", che pretende dai suoi utenti le informazioni più preziose, ma non condivide nulla con il resto del mondo. Il problema non è ovviamente nuovo, e compagnie come Google, altrettanto interessate a creare questi "giardini chiusi" hanno fatto notare come Facebook tenda ad avere un atteggiamento ancora più chiuso di altre realtà del web: non a caso la compagnia si rifiuta di lasciare esportare i contatti al di fuori del proprio profilo online.

La Net Neutrality è il secondo punto toccato da Tim, la necessità di mantenere Internet alla "stessa velocità" per tutti i contenuti, per tutte le reti che la attraversano, è di fatto un punto di partenza per far si che il Web continui a rimanere libero e soprattutto possa continuare a offrire conoscenza e contenuti validi per gli utenti. La possibilità che gli ISP privilegino una singola applicazione o un singolo servizio, come Facebook, è quel che Tim spera di non vedere a breve nel web, questo significherebbe di fatto una frammentazione davvero inimmaginabile della rete e dei servizi, una sorta di rottura in quel che fino ad oggi è stato un "territorio" senza confini, con le stesse opportunità per tutti i navigatori. Non sono mancati i riferimenti al mondo Apple, iTunes viene visto da Berners-Lee come esempio di applicazione che non fornisce alcun contenuto e vantaggio per il web ma sposta gli utenti in una nuova rete, completamente distaccata e con regole ferree. Non è la prima volta che negli ultimi mesi si fa notare come piattaforme come AppStore abbiano di fatto abbandonato il web in molti casi e spostato l'attenzione degli utenti su una singola piattaforma o applicazione. Con tutti gli svantaggi che questo può portare per la crescita del Web.

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