[La Repubblica 20/04/2010] I SOCIAL network stanno estendendo la propria impronta ovunque nel web, con un impatto ancora da verificare sulla privacy e sulla pubblicità. Secondo quanto riportato da Financial Times e dal New York Times, Facebook sta per lanciare un nuovo pulsante "Like" che siti di vario tipo potranno integrare nelle loro pagine. Servirà per esprimere apprezzamento per il sito e per il marchio dell'azienda corrispondente.
Secondo il New York Times, è soprattutto un modo per estendere il dominio di Facebook anche fuori dal proprio sito. Il Financial Times nota invece che così Facebook avrà altre informazioni preziose sugli utenti e le potrà utilizzare per offrire pubblicità mirata. Conoscerà infatti loro siti preferiti, grazie a quel "Like". Facebook ha smentito queste anticipazioni del Financial Times: adotterà sì il pulsante "Like", ma sarà solo un nuovo nome del "Diventa un fan". Comunque non ne farà un uso pubblicitario e non memorizzerà i dati sulle navigazioni degli utenti.
Facebook sa bene che deve muoversi con prudenza, se non vuole rischiare una nuova ondata di proteste, com'è stato per la pubblicità Beacon 1, poi ritirata con tante scuse. Il social network più famoso del mondo ha già gli occhi puntati su di sé, del resto, soprattutto da quando ha cambiato le proprie regole sulla privacy per far aumentare i contenuti condivisi dagli utenti. Il 95 per cento di loro non ha gradito, rileva un sondaggio di Sophos 2. Quest'ultima polemica sul pulsante "Like" forse finirà in una bolla di sapone, se Facebook manterrà le promesse contenute nella smentita al Financial Times. Comunque la dice lunga sul clima di sospetto che si è creato intorno al social network. Resta indubbia l'ambizione di Facebook a mettere sotto il proprio cappello molto di quello che l'utente fa sul web.
Non è nemmeno un'esclusiva di questo social network: il fenomeno riguarda tutti. Ieri Meebo, Google, Microsoft, Yahoo! e MySpace hanno annunciato uno standard tecnologico per l'integrazione tra social network e altri siti web. Il risultato sarà, per esempio, che il sito di un'azienda saprà in automatico a quali social network è iscritto il visitatore. L'azienda potrà calibrare di conseguenza i canali per comunicare con i clienti. In gara c'è anche Twitter: qualche giorno fa ha annunciato @anywhere, per consentire di accedere al suo network da qualsiasi sito web. Il fenomeno è noto: larga parte di internet si sta trasformando in un'appendice dei social network. Con conseguente accentramento di informazioni (e potere) nelle mani di un'oligarchia di soggetti. Il tutto mentre le regole sulla privacy, come appena dichiarato dal Garante italiano 3, sono ancora inadeguate rispetto al boom di questi servizi.
ALESSANDRO LONGO
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