[denaro.it 21/01/2010] Materia: I contenuti stanno in rete. La Rai? Insegni la nuova lingua digitale
Mentre faticosamente procede lo switch-off della vecchia Tv analogica e proliferano i canali del digitale terrestre, i principali produttori di elettronica stanno presentando televisori predisposti al collegamento via Internet, prefigurando un futuro già vicino in cui anche il pubblico meno competente potrà accedere ai contenuti delle webtv attraverso il tradizionale telecomando. Si moltiplicano canali, dispositivi e piattaforme, e mentre istruiamo le nostre nonne sul funzionamento del digitale terrestre, fatichiamo ad immaginare cosa accenderemo (o cosa non accenderemo) tra pochi anni per guardare un programma di intrattenimento o di news. Andrea Materia, autore radiotelevisivo, informato osservatore della frontiera delle newTV e fondatore del consorzio inb4.tv, pioneristica start up, ideata insieme ad altri professionisti "evasi" dalla TV generalista, si propone come factory di contenuti e fornitore di servizi, con la mission di sfruttare le potenzialità della convergenza dei 3 schermi (tv, mobile ed internet) per offrire quelle che Materia chiama "creatività e comunicazione 2.0".
Il mondo della televisione, insomma, sta vivendo innovazioni tecnologiche dagli sviluppi tutt'altro che scontati, mentre sul fronte della produzione dei contenuti si aprono interrogativi commerciali, occupazionali e metodologici. L'establilshment dei principali broadcaster pubblici e privati mostra ancora forti resistenze al cambiamento, specialmente quando si parla di contenuti video fruibili via Internet, mentre ci sarebbe già da chiedersi che pubblico sarà quello italiano, quando Old e New Television smetteranno di vivere da "separati in casa" per lasciar posto ad una compiuta convergenza tecnologica.
Mentre parliamo di "sorpasso" Internet-televisione tradizionale, il Paese affronta il passaggio al digitale. Che lettura dai di questa "rivoluzione tecnologica"?
Secondo me il digitale terrestre è nato vecchio: è una tecnologia antiquata e non interattiva. Costituisce una soluzione transitoria adottata in tutto il mondo, ma se certe scelte sono state fatte negli anni Novanta, quando non si poteva prevedere l'evoluzione di Internet, a oggi è necessario che l'Italia investa in infrastrutture per portare la larga banda a tutti gli Italiani, come servizio fondamentale. C'è il rischio di perdere completamente il vantaggio competitivo e restare indietro rispetto a chi sta sfruttando le potenzialità della Tv via web.
Come funziona all'estero?
La Bbc, ad esempio, doterà tutti i televisori di nuova fabbricazione di Iplayer, un videoplayer che permetterà di usufruire on demand, tramite Internet, di tutti i programmi della Bbc, accedendo ai ricchissimi archivi della televisione britannica, tanto che la decisione ha allarmato gli internet service provider inglesi, preoccupati per il fabbisogno di banda del nuovo servizio.
E la Rai? Quale può essere il suo ruolo in questo scenario?
Per me la Rai dovrebbe essere oggi, come lo fu negli anni Cinquanta e Sessanta, un grande educatore del Paese e, se in questo momento l'Italia ha bisogno di essere educata verso l'innovazione e le nuove tecnologie, è compito del servizio pubblico farlo. Anche in Italia, da qualche anno la televisione tradizionale va perdendo presa sul pubblico più giovane ed istruito a vantaggio di pay-tv ed Internet. Ai pubblicitari più attenti non è certo sfuggito che proprio durante il fatidico prime time si concentra il maggiore traffico in Internet.
Come crede che reagirà la TV generalista, quando finalmente se ne accorgerà anche lei?
Sono molto scettico che la tv generalista se ne accorgerà prima che sia troppo tardi. Da noi c'è ancora una percezione confusa sui fenomeni in atto, mentre in America il mercato è più maturo e c'è più chiarezza. Un esempio: dal 2010 Nielsen lancerà negli Stati Uniti, su forte pressione dei pubblicitari, un nuovo metodo di rilevazione dei dati di ascolto, che dia conto dell'efficacia del messaggio pubblicitario su quelli che sono ormai diventati i tre schermi di fruizione. Nel nuovo sistema sarà cruciale il dato C3 (commercial three), che sintetizza gli ascolti durante la messa in onda della pubblicità, e non più del programma in cui sono inseriti gli spot, nei tre giorni successivi alla messa in onda.
Come incide tutto questo sui contenuti?
Di certo, ciò costerà alle concessionarie di pubblicità un grosso sforzo di aggiornamento. Improvvisamente non avrà più senso parlare di palinsesti tabellari e fasce orarie di trasmissione, ma i contenuti verranno valutati in termini di forza mediatica a prescindere dall'orario in cui vanno in onda. A mio parere questo non potrà che migliorare la qualità dei contenuti.
La vostra inb4 già dal nome (in before) si propone come realtà di avanguardia...
Cerchiamo di costruirci un brand ed un pubblico nel tempo, e di guadagnarci la posizione di first comers, ovvero fare prima ciò che altri faranno poi in pochi mesi, ma spendendo un sacco di soldi. Non saremo una webtv in senso classico, ma una realtà cross-piattaforma, il cui valore aggiunto sta nell'aiutare il cliente a portare la proprietà intellettuale da uno schermo ad un altro.
Una delle cose che vogliamo fare, ad esempio, è un web show che abbia anche un facebook game ed un'applicazione per Iphone correlati, cioè riuscire a fare un format che non abbia dei semplici spin-off, ma che sia concepito come prodotto d'intrattenimento declinato in modo integrato sui 3 schermi convergenti.
Angelica Vigilante
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