[Il Fatto quotidiano 26/08/2012]
Da simbolo di libertà ed espressione a strumento di adescamento. La rete continua ad avviluppare i soggetti deboli, primi fra tutti i bambini.
È quanto testimonia una recente ricerca dal titolo “Sessualità e
Internet: i comportamenti dei teenager italiani”, commissionata da Save the children. Questi i dati: il 31% dei ragazzi tra i 16 e 17 anni ammette di avere avuto incontri, anche intimi, con persone conosciute in rete. Sul fronte della pedopornografia, il 78% delle vittime ha meno di 12 anni, il 4% meno di 3-4 anni.
“Un
bambino che utilizza il web privo degli strumenti per capire e gestire
un mezzo che ha molte potenzialità ma altrettanti rischi, è un bambino
che è potenzialmente sottoposto a rischio di abuso. I fatti di cronaca sono densi di episodi che lo attestano”, afferma Valerio Neri,
direttore generale di Save the children Italia. “Può apparire banale
che il 32% di teenager dia il suo numero di cellulare a qualcuno
conosciuto online, ma questo implica che potenzialmente il rapporto virtuale
possa proseguire nel mondo reale. Non a caso 10,5% dei ragazzi tra i 12
e i 13 anni si dà appuntamento con una persona incontrata in rete,
percentuale che cresce fino al 31% fra i 16 e i 17 anni. E ben il 6,5%
dei primi e 16% dei secondi invia video e immagini di sé nudi”.
E una volta scaricate queste immagini rimangono online, perché rimuovere i siti pedoponografici è ancora oggi difficilissimo: uno studio dell’Università di Cambridge ha messo in evidenza come la rimozione dei siti dediti a operazioni bancarie illegali
abbia richiesto da 3,5 a 4,5 ore, mentre il tempo medio necessario per
la rimozione di siti pedopornografici è stato di 719 ore. “È assurdo
pensare che una transazione finanziaria illecita sia considerata oggi
più “urgente” che una violenza perpetrata su un bambino”, spiega ancora
Neri.
Il Moige (Movimento italiano genitori) promuove la campagna “Ogni genitore dovrebbe sapere che…”,
contro l’adescamento pedofilo sul web. Un minore su due è stato
contattato via web più volte con proposte “indecenti” da sconosciuti. A 3
minori su 10 è stato chiesto un appuntamento al buio.
Il 30% di chi ha subito un tentativo di adescamento ha meno di 15 anni.
Più di 200mila minori hanno accettato proposte oscene in cambio di una ricarica telefonica.
Sono questi alcuni dei dati emersi dalla ricerca condotta nel mese di
aprile 2012 dall’Istituto demoscopico Swg ed elaborati dal Moige su un
campione di 600 ragazzi utilizzatori di internet, di età compresa tra i
16 e i 21 anni, di entrambi i sessi e di tutte le regioni italiane. Dai
risultati emerge che il tempo di navigazione medio si attesta tra le 3 e
le 4 ore giornaliere, ma più di un terzo (soprattutto maschi) lo fa per
oltre 5 ore. Ben 6 ragazzi su 10 non hanno computer dotati di sistemi di sicurezza e filtri per il controllo di accesso a siti dai contenuti pedopornografici e violenti.
Ma cosa possono fare i genitori per tenere lontani i propri figli dai pericoli del web? Mariateresa Ingenito, psicoterapeuta dell’età evolutiva spiega: “Tutto dipende da come s’imposta il dialogo educativo
col figlio. Ogni bambino è curioso della sessualità e del mondo che c’è
fuori, ma dovrebbe poterlo condividere con i genitori”. Il consiglio è
quindi quello di “parlare tanto all’interno della famiglia”. Bisogna
quindi “creare una ‘relazione conversativa’, che porta a
vivere i conflitti in maniera non occultata”. Secondo Ingenito, quando
il figlio torna da scuola è più utile chiedere: “Come stai? Ti sei
divertito oggi?”, piuttosto che “sei stato interrogato? Quanto hai
avuto?”. Occorre cioè “conoscere come il bambino gode della vita e trae
benessere dalle cose”. E continua: “Anche la scelta di un programma tv o
di un sito web dovrebbe essere condivisa”. Il genitore deve cioè
“esercitare un controllo indiretto che non risulti come tale”.
Angela Cotticelli
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