[Ansa 13/03/2012]
Internet e i social network; la trasparenza on line; gli smart phone e i sistemi di cloud computing; la tutela dei contribuenti nell'ambito delle misure antievasione; la sanita'; la tutela dei minori nel mondo dell'informazione; il telemarketing invasivo; i diritti dei consumatori; il rapporto di lavoro e la ricerca medico-scientifica. Sono stati questi alcuni dei principali campi di intervento del Garante per la protezione dei dati personali nel 2011, secondo quanto emerge dal volume ''Sette anni di protezione dati in Italia'' nella parte dedicata al bilancio del lavoro svolto nel suo ultimo anno di mandato dall'Autorita' Garante composta da Francesco Pizzetti, Giuseppe Chiaravalloti, Mauro Paissan e Giuseppe Fortunato.
Particolare importanza, si legge nel volume, ha rappresentato il lavoro svolto dall'Autorita' nel fornire, attraverso Linee guida, indicazioni per il corretto trattamento dei dati in delicati settori: in materia di trasparenza della Pubblica amministrazione con le Linee guida relative alla pubblicazione sul web di atti e documenti; sulla qualita' dei servizi sanitari pubblici e privati con le Linee guida per il trattamento dei dati a fini di customer satisfaction in ambito sanitario; su Internet, con le linee guida per blog, forum, social network e siti web che si occupano di salute.
E ancora: rilevante anche l'impegno nel dettare regole per la tutela dei clienti delle banche, con le prescrizioni che obbligano gli istituti a tracciare tutte le operazioni svolte; per la tutela degli abbonati telefonici a seguito dell'istituzione del Registro delle opposizioni, con l'attivita' prescrittiva e sanzionatoria nei confronti delle societa' di telemarketing; per l'uso di particolari sistemi tecnologici da parte delle imprese come la geolocalizzazione dei veicoli aziendali; per le garanzie da assicurare agli assistiti nelle prenotazioni e il ritiro delle analisi in farmacia.
Significativi anche gli interventi svolti per frenare fenomeni diffusi come quello delle telefonate ''mute'' da parte dei call center o contro i ''fax selvaggi'', o per regolare particolari aspetti relativi alla privacy sul posto di lavoro, come l'uso dei dati biometrici dei dipendenti.
L'autorita', infine, ricorda l'autorizzazione generale sull'uso dei dati genetici e l'autorizzazione sulla ricerca medico scientifica.
Sul fronte internazionale, l'attivita' del Garante affonda le radici in quella svolta nel Gruppo delle Autorita' per la privacy europee (''Gruppo Articolo 29''). I Garanti europei si sono occupati, in particolare, del nuovo Regolamento in materia di protezione dati presentato a fine gennaio dalla Commissione Europea che sostituira' la Direttiva del 1995 e della Direttiva che dovra' disciplinare il trattamento di dati per finalita' di giustizia e di polizia. Il Gruppo Art.
29 si e' occupato inoltre dei nuovi servizi di cloud computing; delle direttive del ''Pacchetto Telecom'' che introducono nuove regole relative anche all'uso dei cookies ed al tracciamento degli utenti; delle tecniche di profilazione legate alla ''pubblicita' comportamentale'' (behavioural advertising); dei trattamenti di dati in rapporto alla lotta al riciclaggio ed al finanziamento del terrorismo; di smart phone e geolocalizzazione degli utenti; di tecnologie Rfid.
Intenso il lavoro nell'ambito delle Autorita' di controllo Schengen, Europol, Eurodac e soprattutto nel WPPJ, il Gruppo di lavoro appositamente istituito dalle Autorita' garanti europee per la tutela dei cittadini nel settore della cooperazione giudiziaria e di polizia, che ha visto riconfermata per il quinto anno consecutivo la Presidenza al Garante italiano.
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