[Italia news 08/08/2011] Ore ed ore passate davanti ad un pc a chiacchierare con amici vicini e lontani o che forse mai si conosceranno. I social network si evolvono e si diffondono a macchia d'olio tra i giovani tanto che il fenomeno se non controllato, può portare ad una vera e propria dipendenza con sintomatologie molto simili a quelle che si verificano in soggetti che fanno uso di sostanze psicoattive. Lo ha affermato il ministro della Salute, Ferruccio Fazio, durante un'interrogazione parlamentare. L'astinenza dall'uso di questi nuovi strumenti, che tanto affascinano i giovani, e non solo loro ultimamente, può causare una sindrome depressiva che necessiterà di cure farmacologiche. Facebook, i giochi on line e tutti gli altri social network che si stanno imponendo su internet sembrano essere la nuova droga del secolo. A chi non è venuto l'impulso anche mentre si fa una semplice passeggiata di collegarsi e navigare sul web alla prima per rete libera a portata di click?
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Questo impulso, nei casi in cui se ne fa un abuso, può essere la causa di isolamento sociale, dipendenza psicopatologia, sentimenti compulsivi, perdita di contatto con la realtà fino ad arrivare a sentimenti di vera e propria onnipotenza. Fazio denomina questo fenomeno allarmante come il nuovo morbo psichico, annunciando che nel piano sanitario 2011-2013 sarà previsto un intervento straordinario per fronteggiare la dipendenza dei giovani dal mondo del web. Bastano dieci ore al giorno davanti al computer, afferma Fazio, per subirne le devastanti conseguenze. Il consiglio è ovviamente quello di non arrivare ad un livello di abuso, specie per i più giovani.
Eravano nel 1995 quando lo psichiatra Ivan Goldberg propose provocatoriamente l’introduzione nel DSM (il Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali) di una nuova sindrome, denominata Internet Addiction Disorder. Oggi l’esistenza del disturbo non è più in dubbio e la diagnosi viene posta utilizzando un test specifico. Lo stato attuale delle conoscenze non permette di indicare con certezza quali siano le alterazioni neurochimiche coinvolte nell’insorgenza del disturbo, e quali ne siano le conseguenze. Le ipotesi più accreditate suggeriscono l’esistenza di uno squilibrio tra il sistema della serotonina, della dopamina e degli oppioidi endogeni, sostanze fondamentali per il funzionamento del sistema nervoso, la cui modifica determinerebbe un alterato funzionamento dei cosiddetti 'centri del piacere'. Con il passare del tempo, questa alterazione tenderebbe a cronicizzarsi, causando una sorta di anomalo 'reset' cerebrale.
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