[L'unità 07/04/2011] Facebook dilaga con i suoi 18 milioni di utenti in Italia. Ma è un errore farlo coincidere con l'idea (e la pratica) di social network. Ne è sicuramente l'espressione più efficace ma il fenomeno è molto più articolato e rappresenta una straordinaria opportunità di comunicazione sostanziale, basata cioè su partecipazione e condivisione.
Questa tendenza ha una sua storia, arriva dagli anni settanta con le BBS (i Bulletin Board System apripista della telematica di base) per evolversi in newsgroup, forum e blog. E' con i meetup che si registra però il salto di qualità, quello che ha permesso al blog di Grillo di conquistare nel 2005 una posizione di assoluto rilievo nel web italiano, grazie alle decine e decine di meetup disseminati in tutte le regioni. I meetup sono un reticolo di forum che hanno saputo esprimere al meglio la potenzialità interattiva coniugandola con un'interazione sociale possibile. Si capì allora (quando Facebook non si vedeva ancora all'orizzonte) che un social network può essere una reale piattaforma di auto-organizzazione, funzionale sia alla politica sia alle soluzioni quotidiane (si pensi allo sviluppo dei gruppi d'acquisto e al sostegno alle filiere corte). In questo senso è importante la realizzazione di nuovi format culturali ed educativi di comunicazione interattiva per interpretare le potenzialità di ciò che viene definito il web 2.0, ovvero l’evoluzione della rete nel senso partecipativo, come il mondo dei social network sta rendendo evidente, anche nel moto centrifugo di Facebook, con tutte quelle contraddizioni di cui tratterà la prossima puntata di Report domenica prossima.
La scommessa principale in atto per quanto riguarda l’Innovazione è direttamente proporzionale alla capacità d’interpretare la Società dell’Informazione per ciò che può diventare: il nuovo spazio pubblico, quello di una polis fatta da informazioni prodotte dall’azione degli uomini che vivono e usano la rete come possibile palestra di partecipazione. L’evoluzione del social networking rifonda quindi il concetto d’informazione: non più solo prodotta dagli specialisti (giornalisti e autori) bensì dagli utenti dei sistemi informativi che, attraverso l’approccio interattivo, esprimono il loro diritto-dovere di cittadinanza nella società che cambia.
L’utente delle reti può trovare il modo per portare con sé, dentro la rete globale, la dimensione locale della propria soggettività e la particolarità della propria comunità, per dare forma alla coscienza dinamica di una res publica sempre più fondata sulle pari opportunità d'accesso alle risorse informative, un bene comune.
Carlo Infante
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