venerdì 19 marzo 2010

Facebook più cliccato di Google l’amicizia vince sulle informazioni

[Corriere della Sera 18/03/2010]

Per una settimana il social network ha scavalcato il motore di ricerca

Costumi in Rete - Il dato si riferisce alla navigazione sulla homepage dei due portali

Facebook più cliccato di Google l’amicizia vince sulle informazioni

Per una settimana il social network ha scavalcato il motore di ricerca

Non vivo negli Stati Uniti, ma il sorpasso l’ho fatto anch’io. La mattina presto, quando bevo il caffè e vado online. Prima (il Web 2.0 ha molti prima) andavo sui siti dei grandi quotidiani nazionali ed esteri. Ora, come prima cosa, scorro la rassegna stampa virale creata dai miei amici di Facebook (non amici; amici su Facebook). Moltissimi taggano (e ci puoi cliccare sopra) articoli, video, iniziative che gli interessano. Scendendo lungo la pagina posso sapere contemporaneamente (a) cosa sta succedendo, (b) che fanno i miei amici-amici, (c) che aria tira. Alle sette posso vedere (per dire) di che umore sono nel gruppo Fb «Minzolini belli capelli» e cosa segnala, prima di andare a dormire, qualche tecnocrate californiano.

Ieri i «technocrati » segnalavano che negli Usa, per una settimana di fila, Facebook ha battuto Google come numero di utenti unici. Di poco, il 7,07% (e un anno fa erano solo il 2 per cento) contro il 7,03%. Era già capitato per un giorno o due; ma è il primo sorpasso settimanale. Riguarda solo le home page (poi Google ha una marea di servizi e modalità di ricerca; se si contano tutte le pagine viste, Fb è terzo dopo Google e Yahoo!); ma dimostra come — lo ha scritto ieri il Financial Times —il Web stia diventando «more sociable than searchable»: più socievole che ricercabile. Ovvero: ci si collega per avere contatti e condivisioni con altri umani, più che per informarsi, farsi una cultura, inseguire curiosità. Ma non lamentiamoci, non polemizziamo con l’umanità perché invece di seguir virtute e conoscenza cerca socialità virtuale. In ogni centro città (o centro commerciale) è minoranza la gente che va al cinema o in libreria, è maggioranza chi girella, incontra gli amici o li aspetta al bar. Anche in rete è così. Sempre di più. Il tempo passato sui social networks è aumentato in un anno dell’82 per cento in tutto il mondo; ora è sulle cinque ore e mezzo mensili per individuo collegato.

Gli americani, su Facebook, passano sei ore e mezza; su Google, magari per trovare il nome di un regista o il numero di un ristorante, due ore e mezza scarse. Inevitabilmente, il tempo di vero seppur virtuale contatto con altri umani è infinitamente minore di quello che si passa — anche online — seduti al bar ad aspettare qualcuno e a guardare la gente che passa. Cioè: per una piccola parte del tempo si chatta o ci si scrive sulle bacheche; per il resto, ci si fanno gli affari altrui, leggendo cosa scrivono gli amici, guardando le foto di tutti, cliccando su gruppi-scemenze-notizie segnalate. Perché seguire il monologo interiore collettivo in continua evoluzione di Fb è affascinante. Certo, la maggioranza, quelli che sono amici dei loro amici e di qualcuno noto che a loro piace, rischia in questo modo un’informazione univoca e una polarizzazione delle posizioni politiche (tra l’altro). Insomma, chi è di sinistra diventa fan di Informare per resistere, quelli di destra taggano articoli di Vittorio Feltri; se non si hanno amici online in comune si può vivere ignorandosi (a volte è anche bello). Però quando si discute è interessante. Come sono interessanti certe storie personali che si dipanano tra bacheche. Troppo dipanate e troppo personali, a volte. Proprio ieri, mentre il Financial Times annunciava il sorpasso, il New York Times raccontava come i rischi di intrusione aumentino per i più disinvolti e ciarlieri di Fb. Concludendo con il consiglio di Jon Kleinberg, professore alla Cornell University: «Quando siete online, dovreste comportarvi come se foste in piazza — perché è sempre più così». È sempre più così. Ma non vuol dire «non andate in piazza», anche perché pochi gli darebbero retta.

Maria Laura Rodotà

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